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today21 Gennaio 2025
(Adnkronos)
Dopo anni di battaglie da parte degli attivisti, la Danimarca ha annunciato lo stop all’uso dei controversi test di ‘competenza genitoriale’ sulle famiglie groenlandesi, che hanno spesso colpito le famiglie di origine inuit, talvolta causando la separazione dei bambini dai loro genitori.
I test psicometrici utilizzati nelle indagini danesi sulla protezione dell’infanzia, noti come Fku, sono stati a lungo criticati dalle organizzazioni umanitarie in quanto ritenuti culturalmente inadatti ai groenlandesi e alle altre minoranze che vivono in Danimarca, che un tempo governava l’isola artica come colonia e continua a controllarne la politica estera e di sicurezza.
Dopo il terremoto scatenato dalle ‘minacce’ di Donald Trump, che ha dichiarato di voler annettere la Groenlandia agli Stati Uniti, il governo danese ha deciso di fare un passo verso Nuuk, annunciando di aver accettato di porre fine all’uso di test psicologici standardizzati nei casi di bambini che coinvolgono famiglie con un background groenlandese. “Sono stati sollevati dubbi sul fatto che un test psicologico standardizzato tenga sufficientemente conto della cultura e della lingua groenlandese – si legge – Pertanto, il governo danese e il governo groenlandese hanno concordato di abolire l’uso di test psicologici standaridazzati per valutare la competenza dei genitori nei casi di bambini con famiglie di origine groenlandese!.
A novembre aveva fatto scalpore il caso di Keira Alexandra Kronvold, donna inuit che si era vista sottrarre il figlio appena due ore dopo il parto. Le proteste che ne scaturirono a Copenaghen e a Nuuk portarono la ministra danese degli Affari sociali e dell’edilizia abitativa, Sophie Hæstorp Andersen, a chiedere alle municipalità di “prendere in considerazione l’interruzione dell’utilizzo dei test criticati”. La stessa Andersen, tuttavia, ha dichiarato la scorsa settimana che il governo danese ha ascoltato le “serie preoccupazioni” sollevate dai test e ha proposto un’alternativa sotto forma di un’unità speciale con competenze culturali groenlandesi che “in futuro assisterà le municipalità” in questi casi.
Hæstorp Andersen ha motivato la decisione: “L’allontanamento di un bambino da casa è una delle cose più invasive che possano capitare a una famiglia. Il governo della Groenlandia ha sollevato serie preoccupazioni sull’approccio ai casi di bambini che coinvolgono famiglie di origine groenlandese. Noi del governo abbiamo ascoltato questa preoccupazione. Ora abbiamo trovato una soluzione valida e comune, che sostituisce l’uso di test psicologici standardizzati con un’unità speciale esperta nella lingua e nella cultura groenlandese. Spero che questa soluzione restituisca ai groenlandesi in Danimarca pace e sicurezza”. Il governo ha dichiarato che un disegno di legge sarà presentato “al più presto” e prevede di far entrare in vigore la nuova legge “entro il 1° maggio 2025”.
L’Istituto danese per i diritti umani aveva lanciato un monito sui test già nel 2022, denunciando il fatto che non tenessero conto delle differenze culturali, facendo correre ai genitori groenlandesi “il rischio di ottenere punteggi bassi nei test, in modo da concludere, ad esempio, che hanno capacità cognitive ridotte, senza che vi siano prove effettive di ciò”. “Questi potenziali errori di valutazione possono avere conseguenze di vasta portata sia per i bambini che per i genitori, poiché in caso estremo possono contribuire all’allontanamento forzato di un bambino”.
C’è anche chi contesta il tempismo della decisione, arrivata appena dopo le parole del nuovo presidente americano e la visita del figlio, Donald Trump Jr., Aka Hansen, un regista Inuit che aveva preso parte alle proteste di novembre, ha dichiarato al Guardian: “È una grande sorpresa per noi che all’improvviso siano in grado di apportare modifiche alla legge. È una cosa attesa da tempo e dobbiamo assicurarci che ogni singolo caso venga rivalutato da un’équipe di Inuit, per assicurarci che i nostri figli abbiano una giusta opportunità”. Hansen dubita che l’annuncio sarebbe arrivato anche senza la visita di Trump Jr.: “Temo che non sarebbe successo nulla se lui non fosse stato qui”.
La decisione di Copenaghen potrebbe essere un segnale d’insicurezza o paura di perdere l’ex colonia. In un recente dibattito televisivo, trasmesso sia in Danimarca che in Groenlandia, il premier groenlandese, Múte Egede, ha detto che il territorio autonomo ne ha “abbastanza” di sentirsi dire che deve essere grato a Copenaghen per essere stato un “buon padrone coloniale”. Se la Danimarca si fosse comportata meglio con i groenlandesi, ha aggiunto, forse non starebbero discutendo del futuro dell’isola.
In risposta all’annuncio dell’abolizione dei test per i genitori, Aqqaluaq B Egede, ministro groenlandese per l’infanzia, la gioventù, l’istruzione, la cultura, lo sport e la chiesa, ha dichiarato: “Sono molto contento che il governo danese sia d’accordo con il nostro governo per soddisfare un desiderio sentito da tutta la popolazione. È stato un processo a lungo termine per raggiungere il nostro obiettivo di fermare l’uso dei test psicologici negli esami di idoneità genitoriale delle famiglie groenlandesi in Danimarca”. Ha inoltre rivelato che il governo danese ha accettato di rivalutare i casi in cui i test psicologici possono aver portato a un’ingiusta collocazione di bambini groenlandesi.
Scritto da: Giornale Radio
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