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A cura di Ferruccio Bovio
Sembra proprio che l’atteggiamento aggressivo assunto dalla nuova Amministrazione americana nei confronti dell’Europa nel suo complesso, stia avendo l’effetto di rivitalizzare, rapidamente, quei rapporti tra Regno Unito ed Unione europea, messi a così dura prova dalla Brexit del 2016. Infatti, dinanzi all’esigenza di garantire la propria sicurezza, senza poter più fare affidamento sull’ombrello militare americano, il riavvicinamento tra Londra e le altre capitali del Vecchio Continente pare, adesso, orientato a procedere a passi sempre più celeri: come, del resto, suggerisce anche l’incontro che, domenica 2 marzo, vedrà proprio il premier britannico, Keir Starmer, ospitare i leader dei maggiori Paesi europei, per parlare di questioni inerenti l’eventuale allestimento di una comune difesa militare. E si tratta di un meeting che, prima dell’avvento di Trump alla Casa Bianca, sarebbe stato ben difficilmente immaginabile.
Probabilmente, la politica inglese ha iniziato a riflettere sul fatto che la Brexit, oltre ad avere creato tanti problemi, non ha nemmeno poi portato quei vantaggi particolari che, specialmente sul piano dei trattamenti di favore da parte degli Stati Uniti, erano stati, invece, tanto attesi. Anzi, gli attacchi arroganti (e davvero sorprendenti) indirizzati da Trump all’Europa – ormai considerata, evidentemente, più come un fastidioso intralcio alla strategia del Make America Great Again, che come un affidabile alleato – devono avere accentuato, anche Oltremanica, i timori legati al possibile verificarsi -in un futuro magari neanche troppo lontano – di situazioni di inadeguatezza militare, dinanzi ad un’ulteriore ripresa dell’espansionismo russo. Stiamo, naturalmente, parlando di passaggi che non esprimono ancora una chiara intenzione di Londra di rientrare a far parte della famiglia europea, ma che, comunque, conferiscono una certa attualità ad ipotesi che, soltanto pochi mesi fa, sarebbero state quasi impensabili. In conclusione, è, forse, ancora abbastanza prematuro ritenere che la brutale sequenza di “sparate” che giungono, quotidianamente, da Washington, possa davvero provocare quel salutare shock di rinnovamento politico di cui l’Europa avrebbe tanto bisogno. Tuttavia, l’incontro londinese di domenica prossima ci induce a sperare che almeno qualche barlume di consapevolezza stia, gradualmente, emergendo dal fondo del più colpevole immobilismo.
Credits Foto: Freepik
28 Febbraio 2025
Scritto da: Redazione
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