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A cura di Ferruccio Bovio
Vi sarà forse capitato, in questi giorni, di vedere l’immagine del segretario di Stato americano, Marco Rubio, con una croce scura stampigliata sulla fronte e, probabilmente, la vostra prima impressione sarà stata quella di trovarvi in presenza di un foto montaggio oppure di un’imitazione satirica: insomma, una cosa un po’ alla Crozza… Invece, si trattava di una imbarazzante realtà, estrapolata da un’intervista televisiva che l’autorevolissimo collaboratore di Donald Trump aveva appena rilasciato a Fox News. Si è detto che la croce sul volto, nella giornata delle Ceneri, è un’antica tradizione cristiana e che, essendo Rubio un cattolico di origine cubana, non c’è poi molto di cui stupirsi se abbia scelto di presentarsi al pubblico conciato in quel modo. Tuttavia ed a questo proposito, chiediamo a voi, amici ascoltatori – che pure siete nati e vissuti in un Paese a netta prevalenza cattolica come il nostro – se vi fosse mai giunta notizia, prima d’ora, di questa modalità (davvero originalissima) di esternare la propria devozione alla Chiesa.
Ad essere sinceri, l’aspetto di questa vicenda che ci sorprende maggiormente non è tanto quello folkloristico, ma è piuttosto quello politico, dal momento che, proprio in Marco Rubio, ci eravamo illusi di poter individuare uno dei pochissimi esponenti della nuova Amministrazione trumpiana ad avere ancora tutte le sue rotelle a posto…Invece, se il primo della classe è questo, figuriamoci gli altri…Sappiamo tutti che, nella società americana, la religione riveste un’importanza – soprattutto a livello elettorale – che in Europa è certamente meno rilevante: si pensi ad esempio a personaggi laici o addirittura dichiaratamente atei come Mitterand o Pertini, i quali hanno potuto, tranquillamente, occupare le massime cariche di Francia e Italia, senza che nessuno si fosse mai sognato di contestarne la legittimità morale. Negli USA invece, almeno per ora, sarebbe del tutto inimmaginabile l’aggirarsi di un non credente nelle stanze della Casa Bianca. Anzi, poco più di un mese fa, abbiamo persino avuto l’occasione di ascoltare, in conferenza stampa, le parole di un presidente che, senza che nessuno si mettesse a ridere, si è persino detto convinto di “essere stato salvato da Dio per rendere di nuovo grande l’America”.
Eppure, bisogna anche riconoscere che – sebbene così inflessibili nell’esigere un’attestazione almeno formale di appartenenza religiosa da parte dei suoi politici principali – gli Stati Uniti hanno però, storicamente, sempre osservato la più assoluta separazione tra le prerogative dello Stato e quelle di tutte le numerose confessioni religiose attive nel Paese. Nessuno, infatti, prima di Rubio – agendo, si intende, in una veste istituzionale – si era mai presentato in pubblico ostentando un qualunque simbolo di adesione religiosa, fosse essa cattolica, protestante, induista, musulmana o israelita…In conclusione, non possiamo fare altro che sperare che Rubio – e quelli come lui – si astengano, in futuro, dal confondere i propri valori individuali con quelli pubblici: altrimenti, prima o poi, la prospettiva di dover assistere ad una deriva integralista anche in America potrebbe, gradualmente, assumere una sua preoccupante consistenza. È un timore che condividete anche voi?
Credits Foto: IPA Agency
11 Marzo 2025
Scritto da: Redazione
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