L'opinione

18 Marzo: per non dimenticare la pandemia

today18 Marzo 2025

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A cura di Ferruccio Bovio

Oggi, martedì 18 marzo, si celebra in tutta Italia la Giornata dedicata alle vittime del covid. La data non è stata scelta a caso, ma vuole invece ricordare uno dei momenti che più tragicamente hanno segnato la storia del nostro Paese, con quel convoglio militare partito da Bergamo – la città maggiormente colpita dalla prima ondata di epidemia – per trasportare le bare contenenti le vittime del coronavirus in altre città, dove sarebbero state cremate. Tutti noi (o quasi) abbiamo avuto, in quel drammatico periodo, parenti, amici o persone che conoscevamo che hanno perso la vita in condizioni di assoluto isolamento e senza che nessun vicino potesse mai portare loro almeno un minimo di conforto. Tuttavia, di quel 18 marzo del 2020, sebbene i morti da pandemia siano stati, nel frattempo, almeno duecentomila, non pare, praticamente, ricordarsene più nessuno.

Esistono oggi, certamente, cure e vaccini molto meglio definiti e capaci, quindi, di trasmettere un senso di maggiore sicurezza tra le persone: tuttavia, al di là di questo aspetto indubbiamente tranquillizzante, appare, comunque, anche abbastanza evidente e diffuso – a livello sociale – lo sforzo mentale diretto a rimuovere, dai nostri orizzonti, la memoria di una terribile esperienza. Esperienza che però – inutile illudersi – sia pure sotto forme diverse, potrebbe ancora sciaguratamente ripetersi, senza farsi scrupolo di dare alcun preavviso. E se nessuno ne parla più e tutto sembra tornato normale – come se, sostanzialmente, nulla fosse mai capitato – ecco che allora diventa decisamente più facile lasciarsi andare alla dimenticanza. Eppure, volenti o nolenti, la pandemia ha segnato profondamente le nostre vite…ciò nonostante, a soli cinque anni di distanza da quel 18 marzo, la gente sembra ormai assimilarla, più che altro, ad un incubo dal quale, per sua fortuna, si è svegliata giusto in tempo per scoprire, con grande sollievo, che in fondo si era trattato solamente di un brutto sogno…

Nella fretta di voltare pagina, cerchiamo, probabilmente, di allontanare da noi stessi la consapevolezza che, in ogni caso, con i virus e con il rischio di nuove pandemie, saremo sempre costretti a convivere, dovendo pertanto rassegnarci pure all’idea che, prima o poi, un nemico subdolo ed invisibile tornerà a rimettere letalmente in discussione tutte le nostre più consolidate abitudini esistenziali. E voi, amici ascoltatori, percepite tutt’ora i mesi trascorsi in isolamento tra le mura domestiche (e scanditi dalle misure di precauzione obbligatorie) come una fase della vostra vita rimasta crudamente impressa nella memoria, oppure vi appaiono ormai soltanto come le figure sbiadite di una vecchia fotografia scattata tanti anni fa? Scriveteci, Giornale Radio è sempre attenta alle vostre opinioni.

Credits Foto: Freepik

18 Marzo 2025

Scritto da: Redazione


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