Israele uccide a Beirut Saleh al-Arouri, vicecapo dell’ufficio politico di Hamas

Israele uccide in un sobborgo di Beirut Sud Saleh al Arouri, vicecapo dell’ufficio politico di Hamas. È il primo leader dell’organizzazione islamica palestinese a cadere nella rappresaglia israeliana contro i responsabili del massacro del 7 ottobre. La deflagrazione è stata causata da un colpo sparato da un drone: immagini trasmesse dalla televisione libanese  mostrano uno squarcio all’interno dell’edificio e la carcassa distrutta di un veicolo. Con Arouri sono stati uccisi altri cinque esponenti di Hamas. L’attacco è avvenuto nel quartiere di Dahieh, una roccaforte di Hezbollah, la milizia filo iraniana alleata di Hamas. Arouri era uno dei leader di primissimo piano del gruppo, tra i fondatori dell’ala militare del gruppo, le Brigate al Qassam, e numero due dell’ala politica. Aveva inoltre stretti legami con l’Iran e gli Hezbollah. Israele non rivendica l’attacco contro Arouri, lo descrive invece come “un attacco chirurgico contro la leadership di Hamas“. “Chiunque sia stato, deve essere chiaro che questo non era un attacco contro lo stato libanese“, afferma il portavoce di Netanyahu, Mark Regev. In risposta all’attentato, Hezbollah ha sparato due missili anticarro contro una postazione dell’Idf al confine. E una prima risposta è giunta anche sul piano diplomatico: i negoziati tra Hamas e Israele sono formalmente interrotti. Intanto la Mezzaluna Rossa palestinese ha reso noto che un missile ha colpito il suo quartier generale a Khan Yunis, uccidendo 5 persone. Secondo il ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas, oltre 22 mila palestinesi hanno perso la vita dall’inizio della guerra. E il governo di Gerusalemme ha dichiarato di essere pronto a difendersi davanti alla Corte Internazionale di giustizia dell’Aia dall’accusa di “genocidio” mossa dal Sudafrica per l’alto numero di civili palestinesi uccisi e per le distruzioni a Gaza.