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today31 Luglio 2023
A cura di Daniele Biacchessi
L’Inps comunica a 160 mila famiglie la fine delle prestazioni del reddito di cittadinanza. Sceglie la strada più semplice, burocratica e disumana: il semplice sms. La protesta che scatta oggi davanti alle sedi dell’Inps era ampiamente prevedibile. La legge prevede il termine del sussidio per adulti tra 18 e 59 anni senza figli minori o disabili dopo 7 mesi di fruizione del reddito. La manovra di Bilancio parlava di otto mesi, ma un emendamento del centrista Maurizio Lupi li ha ridotti a sette: così le risorse del reddito sono ormai state dirottate verso altre misure. Nel messaggio inviato ai beneficiari del reddito si fa riferimento ad una eventuale presa in carico dei servizi sociali, che però sarà possibile solo per quanti abbiano potuto certificare il disagio e l’impossibilità di lavorare e siano già in corso i trattamenti. Per 160 mila famiglie la perdita media ammonta a 566 euro. Il nuovo sussidio creato dal governo – il Supporto per la formazione da 350 euro al mese per 12 mesi non ripetibile – non è pronto. Manca la piattaforma informatica dove inserire le domande, la disponibilità a lavorare e soprattutto i corsi di formazione da seguire. Ma non è finita. Da gennaio il taglio riguarderà complessivamente 436 mila famiglie e 615 mila persone e il risparmio di Palazzo Chigi viene stimato intorno ai 2,5 miliardi..Il caos è frutto di impreparazione tecnica e superficialità politica. La questione poteva essere risolta con altri metodi, visto che la decisione era stata approntata sette mesi fa e c’era il tempo necessario per avviare una soluzione indolore. Ora diventa motivo di ordine pubblico, tanto che oggi sono organizzati presidi nelle città maggiormente interessate come Napoli, Roma e Palermo. Si apre una stagione di forte tensione sociale che porta il dialogo tra le forze politiche e i corpi intermedi sempre più in salita.
Scritto da: Giornale Radio
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