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today19 Maggio 2023 12
A cura di Daniele Biacchessi
L’emergenza idrogeologica del Paese è una priorità della politica? Assolutamente no, se ci si dovesse basare sui dati della Corte dei Conti e di altre istituzioni che hanno documentato il mancato investimento. Nel luglio 2022, l’ultima relazione annuale della magistratura contabile sulle “Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico” affermava che in 7mila comuni a “rischio idrogeologico” servirebbero 26 miliardi di euro, ma 14 governi che si sono succeduti in 20 anni ne hanno utilizzati solo sette. Intanto in 20 anni ci sono state decine di alluvioni, smottamenti, frane che hanno provocato morti, dispersi, distruzioni, danni all’uomo e all’ambiente. Il 16,6 per cento del territorio nazionale è classificato a “maggiore pericolosità”, con 7.275 Comuni coinvolti. In 20 anni sono stati finanziati solo 6mila progetti per 7 miliardi a fronte di 26 miliardi effettivi. La durata media della consegna delle opere è di 4,2 anni, oltre la metà usati per la fase di progettazione. Nel febbraio 2022 la giunta dell’Emilia approva la graduatoria di 13 progetti di intervento per 17 milioni (impianti sollevamento, ripristino funzionalità idraulica, sicurezza rete scolante, casse di espansione) tra Modena, Ferrara, Fidenza, Rimini, Sala Bolognese. I tempi medi di consegna sono di 13-32 mesi, molti non sono ancora stati consegnati. A questo si devono aggiungere le sovrapposizioni tra Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero dell’Ambiente, così gli interventi per l’emergenza hanno avuto precedenza su quelli destinati alla prevenzione. I progetti per la riduzione del rischio idrogeologico inseriti nel Pnrr valgono 2,4 miliardi, nulla rispetto al fabbisogno. Ora servono rendere operativi la legge 233/2021 del governo Draghi, il decreto attuativo della legge che converte la 186/2022 del governo Meloni, quella che stanzia 2,5 milioni per formare e reclutare personale da impiegare in attività finalizzate a mitigare il rischio idrogeologico e rafforzare il contingente dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale.
Scritto da: Giornale Radio
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