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today8 Maggio 2023 4
A cura di Ferruccio Bovio
Domani mattina la premier Giorgia Meloni inizia, alla Camera, una giornata di incontri con i partiti di opposizione per affrontare anche con loro i grandi temi inerenti le riforme istituzionali. E la scelta di Montecitorio come sede delle consultazioni, probabilmente, va attribuita anche all’intenzione di non restringere alla sola maggioranza che sostiene l’attuale esecutivo il compito di rimodellare le strutture portanti del Paese.
Ci si aspetta che le forze politiche del centro sinistra reagiscano in ordine sparso a questa chiamata in causa da parte di Palazzo Chigi: ad esempio, la sensazione che i media hanno percepito da Elly Schlein è stata quella di un sostanziale disinteresse, anche se la neo segretaria ha, comunque, convocato i vertici del PD per preparare al meglio il primo confronto diretto che avrà con l’altra donna carismatica della politica italiana.
Maggiori attenzioni arriveranno, invece, sicuramente dal Terzo Polo (o da cosa resta di esso): sia Matteo Renzi, che Carlo Calenda, in materia di riforme costituzionali, hanno, infatti, ormai da diversi anni, elaborato nel modello del “sindaco d’Italia”, una loro proposta fondamentale per il rafforzamento dei poteri del premier. D’altra parte, i leader di Italia Viva e Azione hanno più volte dichiarato che, se la maggioranza di centrodestra avesse lanciato un’iniziativa per le riforme istituzionali, il Terzo Polo avrebbe senz’altro fatto la sua parte, ritenendo che le regole del gioco debbano essere riscritte con il contributo di tutti i giocatori. E’, quindi, con spirito costruttivo che – possiamo presumere – i due partiti del centro liberal – democratico (pur essendo tra di loro separati in casa) si presenteranno martedì mattina alle 12,30 all’appuntamento con il Governo.
Tuttavia, al di là delle migliori intenzioni di tutti, non sarà facile conciliare le aspettative dei vari attori sulla scena e non è, quindi, detto che si riesca ad individuare agevolmente un terreno di intesa sul quale far nascere una Commissione Bilaterale. Già sappiamo, ad esempio, che quello del presidenzialismo che tanto a cuore sta alla Meloni è, in realtà, un tema profondamente divisivo, così come l’Autonomia Differenziata del ministro Calderoli ha finora destato certamente più malumori che entusiasmi… E i 5 Stelle? Giuseppe Conte non prenderà parte alle consultazioni, ma in passato non si è mai mostrato refrattario all’idea di poter introdurre alcune modifiche alle nostre istituzioni, come quando due anni fa – proprio in un dibattito organizzato da Fratelli d’Italia – si espresse in favore della cosiddetta “sfiducia costruttiva”. Pertanto, da Palazzo Chigi trapela un cauto ottimismo circa l’eventualità che proprio dall’ex premier – certamente non nuovo quando si tratta di sorprendere il panorama politico – possano anche giungere delle aperture abbastanza significative.
Scritto da: Giornale Radio
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