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A cura di Ferruccio Bovio
Serpeggia la delusione tra quanti – militanti o elettori – avevano creduto nella prospettiva politica del Terzo Polo, indicata, pochi mesi fa, da Carlo Calenda e da Matteo Renzi. Certamente, considerati i caratteri tutt’altro che facili dei due protagonisti, fin dall’inizio non ci voleva molta perspicacia per prevedere che la crescita del nuovo partito non sarebbe sicuramente stata tra le meno contrastate… tuttavia, chi è realmente interessato ad una ben organizzata presenza liberaldemocratica nel nostro Paese, è sicuramente rimasto amareggiato dinanzi ad una rottura che sembra avere una natura personalistica (o forse economica), ma certamente non politica. A prescindere da qualsiasi (e probabilmente) impossibile giudizio su quale delle due “prime donne” abbia contribuito maggiormente al fallimento dell’ambizioso progetto, resta comunque il fatto che, al momento, gli oltre due milioni di elettori che il 25 settembre avevano votato per la nuova formazione politica, possono oggi sentirsi beatamente presi in giro da una gestione delle cose che si è rivelata perlomeno irriguardosa nei loro confronti. Ecco perché a Roma – soprattutto tra i parlamentari del gruppo, spaventati dall’idea di aver puntato sul cavallo sbagliato – comincia a circolare l’idea di congelare (almeno per qualche tempo) le due personalità più ingombranti, per dare, invece, spazio ad una leadership alternativa che sia meno divisiva e che, a questo punto, potrebbe anche assumere le sembianze femminili della Gelmini, della Carfagna o della Bonetti. In fondo, a livello di lavori di Camera e Senato, sia i renziani di Italia Viva, che i calendiani di Azione hanno sempre lavorato in piena armonia…Una morte precoce ed inspiegabile del Terzo Polo lascerebbe, quindi, orfana quella componente non trascurabile dell’elettorato italiano che considera ancora indispensabile la presenza di un partito che rappresenti adeguatamente quei programmi e quegli obbiettivi che, politicamente, caratterizzano da sempre i movimenti liberaldemocratici.
Pertanto, ai due bambini capricciosi, ci verrebbe da consigliare di fare pure tutte le liti che vogliono, evitando però di rompere il giocattolo perché non appartiene soltanto a loro.
Scritto da: Giornale Radio
today7 Novembre 2024 13355 8
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