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today13 Aprile 2023
A cura di Daniele Biacchessi
Dal Def del Governo spunta un tesoretto di 3 miliardi: si tratta di risorse emerse nelle pieghe dei conti pubblici e destinate al taglio al cuneo fiscale per i lavoratori, ma non per tutti: per i beneficiari l’effetto in busta paga potrebbe essere quantificato tra 20 e 40 euro al mese. La cifra di 3 miliardi deriva dalla differenza tra il deficit/Pil tendenziale e quello programmatico indicati nel Def. Nella sostanza, come scrive il Governo, a fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del Pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. L’obiettivo dell’esecutivo è sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e contribuire alla moderazione della crescita salariale. Il vantaggio maggiore si ritrova nella fascia di reddito subito sotto 25mila euro, quando cioè opera ancora il taglio del 3% dei contributi ma su uno stipendio dal peso maggiore. Lì si arriva a guadagnare poco più di 40 euro al mese in busta paga, quasi 500 all’anno. Un po’ poco per determinare una forte accelerazione del potere d’acquisto dei lavoratori. Il Def è fragile per la stessa ammissione di chi l’ha scritto. Davvero poca cosa, almeno a mettere in fila gli impegni presi: la riforma del fisco, quella delle pensioni, il sostegno alla famiglia e la conferma per un altro anno del taglio al cuneo fiscale, che da vale oltre 7 miliardi e scade il 31 dicembre. Provvedimenti gravosi al momento senza copertura, a meno che Meloni non scelga di aprire un braccio di ferro con l’Europa su deficit e Patto di stabilità.
Scritto da: Giornale Radio
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