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I primi effetti del “price cap” europeo | 27/12/2022 | Il Corsivo

today27 Dicembre 2022 3

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A cura di Ferruccio Bovio

In queste ultime giornate del 2022, la quotazione del gas sta scendendo addirittura sotto ai livelli che la caratterizzavano prima dello scoppio del conflitto in Ucraina. Il prezzo al Ttf di Amsterdam, piazza di riferimento per il gas europeo, viaggia, infatti, oggi intorno agli 84 euro per megawattora: ai minimi, quindi, dal 24 febbraio. Che sia tutto merito dell’accordo politico appena raggiunto, a livello europeo, sull’ormai famoso “price cap”? In parte è senz’altro così, ma non bisogna trascurare nemmeno gli effetti di alcune condizioni favorevoli, come quelle climatiche che, almeno fino a questo momento della stagione invernale, hanno consentito di ridimensionare la richiesta di gas rispetto al passato. Tuttavia, è ancora certamente presto per cantare vittoria…

È vero che gli stoccaggi sono ancora praticamente pieni (in Italia siamo all’83,5%) ed è altrettanto vero che un contributo notevolissimo viene fornito anche dal carbone e dalle rinnovabili: basti pensare che – come spiega una ricerca di Nomisma – nel nostro Paese la produzione di energia elettrica da carbone è aumentata del 60% e produce, attualmente, un apporto equivalente a 1,5 miliardi di metri cubi di gas. Ed è anche vero, inoltre, che la razionalizzazione dei consumi, attuata da famiglie e aziende, sta facendoci risparmiare ingenti quantitativi di gas. Cosa, del resto, confermata dai dati Eurostat i quali, aggiornati a fine novembre, rilevano una diminuzione dei consumi di metano a livello europeo nella misura del 20% rispetto alla media riscontrata tra il 2017 e il 2021.

Però, avverte Nomisma, tutto questo quadro (indubbiamente incoraggiante) non basta ancora per ipotizzare di essere finalmente usciti dalla fase più acuta dell’emergenza energetica, poiché nuovi problemi sorgeranno quando, in primavera, verrà il momento di ricominciare a riempire gli stoccaggi: operazione che, per la prima volta, si presume avverrà in mancanza totale delle forniture russe. L’Italia dovrà, pertanto, affidare buona parte della sua stabilità economica e sociale ad un ottimale funzionamento dei due rigassificatori da 5 miliardi di metri cubi tanto voluti dal governo Draghi.

Scritto da: Giornale Radio

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