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A cura di Daniele Biacchessi
L’inchiesta sulle ingerenze di Qatar e Marocco sulle attività del Parlamento europeo rivela un piano sofisticato e perfettamento oliato anche sulle nomine Ue. Secondo la procura federale belga, Rabat si sarebbe intromessa sulle nomine nelle commissioni dell’Euro camera che si è occupata dei dossier più delicati che riguardano il paese maghrebino. Nel mirino degli investigatori c’è infatti l’attività della Commissione d’inchiesta incaricata di esaminare l’uso di Pegasus e di spyware di sorveglianza equivalenti (PEGA). Tra i membri dell’organo comunitario spiccano i nomi già coinvolti nell’indagine sulla corruzione come Andrea Cozzolino e Eva Kaili, piazzati in luoghi chiave e decisionali.
Lo stesso meccanismo è stato avviato per risoluzioni, per lo svolgimento del Premio Sacharov, e molto altro ancora. L’altro personaggio di spicco della cricca corruttiva, Francesco Giorgi, su mandato di Antonio Panzeri, indirizzava invece i voti del gruppo socialista su Qatar e Marocco. E si guarda all’udienza di giovedì 22, sulla custodia cautelare di Eva Kaili, l’eurodeputata greca del Pasok ed ex vice presidente del parlamento europeo, che potrebbe riservare una strategia difensiva piuttosto aggressiva del suo avvocato Michalis Dimitrakopoulos.
Si è mobilitata l’Autorità Antiriciclaggio e il responsabile, Charalambos Vourliotis, ha ordinato il congelamento totale in Grecia dei beni di Kaili, del compagno Giorgi, dei genitori e della sorella, avviando controlli su tutte le loro proprietà, con un’ordinanza inoltrata a banche e catasto. Il focus è ora sulla Elontech, indicata dalla stampa ellenica come Ong fondata nel 2017 e guidata dalla sorella Matalena e su cui sarebbero in corso verifiche in particolare rispetto ai flussi di denaro. Il nodo è che la Elontech, con sede a Kolonaki, nello stesso indirizzo della società immobiliare fondata dall’eurodeputata, verrebbe indicata come veicolo utilizzato per attrarre programmi europei fino a 15 milioni di euro, cifre stellari, insomma, rispetto al milione e mezzo in contanti già sequestrato dagli inquirenti belgi a Bruxelles, 750mila nella sola casa della Kaili. L’inchiesta conserva nuove tappe e sorprese.
Scritto da: Giornale Radio
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