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today1 Dicembre 2022 1
A cura di Daniele Biacchessi
Nel Cdm del 1 dicembre non saranno solo varate le misure relative agli aiuti destinati ai cittadini e alla comunità di Ischia colpite dall’alluvione, ma il Governo dovrà approvare anche il nuovo decreto che autorizza un nuovo invio di armamenti all’Ucraina. Pd e M5s hanno chiesto nel dibattito parlamentare dello scorso martedì di ritirare il curioso emendamento sulle armi per Kiev, inserito dal Governo nel decreto legge sulla sanità calabrese. Perché era finito proprio lì? L’emendamento prevedeva la proroga di un anno del sostegno militare italiano all’Ucraina, evitando ulteriori passaggi alla Camera e al Senato. L’integrazione normativa riguardava “la partecipazione di personale militare a iniziative Nato” che si sarebbero dovute affiancare alle “misure per il servizio sanitario della Calabria”, il cui nesso equivale all’accostamento tra mandarini, cotiche e grondaie.
Era scritto nel dispositivo: “È prorogata fino al 31 dicembre 2023 – recita l’emendamento -, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina, di cui all’articolo 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito con modificazioni dalla legge 5 aprile 2022, n.28, nei termini e con le modalità ivi stabilite”. Diciamo che nell’ipotesi migliore si è trattato di un clamoroso equivoco, smascherato dai parlamentari più solerti, quelli che leggono dall’inizio alla fine il testo dei provvedimenti, indipendentemente dalle posizioni politiche di ognuno. Il ministro della Difesa Crosetto si è subito premurato ad ordinare il ritiro del surreale emendamento e oggi sarà presentato nel Cdm un decreto con cui il Governo autorizza nuove armi all’Ucraina. Ma la furbata rimane che se fosse passata avrebbe rappresentato un vero e proprio schiaffo al Parlamento e alle sue regole democratiche.
Scritto da: Giornale Radio
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