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today4 Novembre 2022
A cura di Daniele Biacchessi
Una foto che ritrae Giorgia Meloni mentre stringe la mano a Ursula von der Leyen sancisce nei fatti la pace tra il Presidente del Consiglio e le diplomazie europee. Solo il tempo ci dirà se è una pace vera e propria oppure una tregua basata sulle immediate circostanze economiche. C’è il caso dell’attesa di trenta minuti di Meloni nell’anticamera di von der Leyen, ma ci sono anche le parole di Roberta Metsola spese a favore di Meloni. “Abbiamo parlato a lungo dell’Ucraina, delle bollette energetiche, della necessità che l’Italia resti al centro dell’Unione europea. Sono molto contenta”.
Alle principali istituzioni di Bruxelles, Meloni manda a dire che l’Italia resta al fianco all’Europa nelle grandi sfide comuni, ma è pronta a difendere l’interesse nazionale, soprattutto dove l’Unione si mostra invasiva nelle piccole cose che i singoli Stati saprebbero fare meglio. L’Italia chiede un meccanismo di debito comune che metta al riparo il Paese dalla crisi energetica e dall’inflazione, ma proprio Berlino frena ogni ipotesi di Recovery bis. Pressa la Commissione per ottenere la possibilità di utilizzare i fondi strutturali 2014-2020 non impegnati per le bollette, in una quota di almeno il 10%. E soprattutto spinge per ottenere meccanismi capaci davvero di calmierare i costi di luce e gas. La leva che muove Meloni è quella del peso delle sanzioni contro Mosca.
La presidente del Consiglio intende mantenere gli impegni assunti dall’esecutivo di Mario Draghi a favore dell’Ucraina, sul fronte della battaglia commerciale e delle armi a Kiev, ma vuole spingere la Commissione a costruire un meccanismo solidale per far fronte alle difficoltà del sistema produttivo. Oggi il Governo tiene il suo primo Cdm imperniato sul Nadef e su l’aggiustamento del bilancio e Meloni si porta in dote dal suo viaggio di Bruxelles una nuova linea di credito politica e di immagine che fino a pochi mesi fa non era affatto scontata.
Written by: Giornale Radio
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