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today29 Settembre 2022
A cura di Daniele Biacchessi
Il Partito Democratico, dopo la batosta elettorale, naviga verso il Congresso che dovrà traghettare la dirigenza guidata da Enrico Letta a quella scelta dal nuovo segretario dopo un lungo iter organizzativo non privo di difficoltà politiche. In queste ore impazza il toto segretario. Si fanno i nomi più disparati: da Bonaccini a Schlein, Micheli, Orlando, Ricci., Orfini, Nardella. Ce n’è per tutti. Il toto dopo Letta non mi appassiona. Siamo ancora su questo minuscolo e non essenziale passo. Il problema del Pd non è solo la sua dirigenza, il cui ricambio spetta soltanto agli iscritti, ma quale tipo di modello di sviluppo economico propone il nuovo partito. Il liberismo oppure il laburismo? La difesa dei privilegi di una classe ricca oppure la rappresentanza dei ceti meno abbienti?
Perché oggi il ceto medio è diventato proletariato, il proletariato urbano si è trasformato in sottoproletariato, e il vecchio sottoproletariato (5.6 milioni di persone, 2.2 milioni di nuclei familiari) vive nella povertà assoluta. Il divario tra ceto ricco e quello più povero è impressionante. Il Pd nel futuro sceglie ancora la vecchia strada oppure torna a fare gli interessi dei più deboli?
A sinistra o giù di lì, quella fascia oggi viene rappresentata essenzialmente dal M5s, dall’Alleanza Sinistra-Verdi e da Unione Popolare, non dal Partito Democratico, votato per la quasi totalità da un elettorato economicamente benestante. Del resto, non da oggi, la classe operaia, storico riferimento culturale del Pci, Pds, Ds e Pd, vota centrodestra. Fin dai primi degli Novanta, con la comparsa della Lega, gli operai dei distretti del bresciano e della bergamasca, anche iscritti alla Fiom, avevano preferito il Carroccio e la stessa cosa è avvenuta ad esempio a Torino con Fratelli d’Italia. Senza una scelta di campo, di tipo classista, il Partito Democratico è destinato nel futuro a seguire le orme dei socialisti francesi e greci ridotti a mera rappresentanza ininfluente.
Credits: Di Nicola Storto – www.partitodemocratico.it, Marchio (CC BY-SA 4.0)
Written by: Giornale Radio
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