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Il Corsivo
today28 Giugno 2022
A cura di Daniele Biacchessi
Dopo una sconfitta elettorale le ore sono sempre quelle più incerte. C’è chi mette in campo un mea culpa da schieramento sfilacciato. “Spiace per le città perse”, dice Matteo Salvini. “Basta litigare, vediamoci al più presto”, sostiene Giorgia Meloni. Intanto Berlusconi convoca i vertici di Fi per fare il punto sulle elezioni amministrative. Ma c’è chi esulta come il segretario del Pd Enrico Letta: “Grande successo del Pd e del centrosinistra”.
La verità sta come sempre nel mezzo. I dati reali segnalano un crollo netto dell’affluenza, ridotta al 42%: vuol dire che ai seggi si sono presentati 4 italiani su dieci. Non vuol dire però che il voto non abbia un valore politico e non possa rappresentare un segnale forte. Verona, Monza, Carrara, Catanzaro, Parma, Piacenza, Alessandria, Cuneo, vanno al centrosinistra. Gorizia, Barletta, Frosinone, Lucca sono del centrodestra. A Como e Viterbo vincono i candidati civici. Il centrodestra è certamente la coalizione battuta tra primo e secondo turno: massima litigiosità, totale assenza di una leadership che possa tenere la coalizione, personalismo e protagonismo.
Nel centrosinistra, le cose migliorano, ma solo pochissimo. Il campo largo, assunto come modello politico da Enrico Letta, è troppo labile e il Pd senza l’accordo con il M5s potrebbe apparire come un gigante di carta senza un’anima.
Credits: Agenzia Fotogramma
Scritto da: Giornale Radio
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