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today9 Giugno 2022
A cura di Ferruccio Bovio
L’esito dell’attesissimo incontro tra il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ed il suo collega turco Mevlut Cavusoglu non può essere giudicato negativamente, anche se è mancato il tanto auspicato annuncio relativo allo sblocco delle forniture di cereali da parte di Mosca e di Kiev.
Turchia e Russia hanno, infatti, raggiunto un accordo di massima, in base al quale alla marina militare di Ankara saranno affidati compiti di sminamento e di scorta delle navi cariche di grano che attraverseranno il Mar Nero.
I due ministri sono, inoltre, d’accordo sul coinvolgimento delle Nazioni Unite e sulla creazione di un centro di controllo e coordinamento che tracci la rotta delle navi in uscita attraverso gli stretti di Bosforo e Dardanelli in territorio turco. In sostanza, un’intesa tra Ankara e Mosca ci sarebbe anche, ma a mancare – almeno per adesso – è il fondamentale assenso dell’Ucraina, restia a sminare i propri porti – specialmente Odessa – nel timore di attacchi russi ai propri fianchi scoperti.
Tema della discussione che si è svolta nella capitale turca è stata la proposta, avanzata dal governo di Erdogan, per cercare di risolvere una crisi alimentare altrimenti destinata a travolgere molti Paesi africani ed asiatici, i cui approvvigionamenti dipendono, in larga misura, proprio dalle forniture di cereali attualmente ferme nei porti ucraini e che ammontano a ben 22 milioni di tonnellate.
Il governo di Erdogan si offre, quindi, di farsi garante tra le parti: sarebbero, infatti, le sue navi a sminare i corridoi attraverso i quali far passare i convogli carichi di grano, nonchè a scortarli. I tempi però non sarebbero, comunque, immediati poiché, secondo la Turchia, lo sminamento richiederebbe 5 settimana di tempo, mentre l’Ucraina parla addirittura di sei mesi. A sua volta, il Cremlino ha apparentemente accolto con favore il piano di Erdogan, garantendo che non impedirebbe il passaggio delle navi cargo destinate a scongiurare la catastrofe alimentare. Però, in cambio chiede all’Occidente un alleggerimento delle sanzioni economiche…
Zelensky, invece, su questa iniziativa turca, esprime un chiaro e forte scetticismo. Innanzitutto perché teme che, una volta bonificato il mar Nero, la Russia possa approfittarne per attaccare l’Ucraina dal mare; poi perché accusa i Russi di rubare il grano stoccato nei magazzini dei porti ucraini – Mariupol su tutti – che sono caduti nelle loro mani. Oltre a ricordare come il commercio dei cereali non sia contemplato nel pacchetto delle sanzioni e, quindi, non si capisce per quale motivo dovrebbe divenire “moneta di scambio” con Mosca.
Intanto, mentre lor signori discutono, l’UNICEF per l’Africa orientale e meridionale lancia un disperato appello, chiedendo di agire immediatamente per risolvere lo stallo in Ucraina, pena il verificarsi di un vertiginoso aumento delle morti di bambini causate tutte dalla fame.
Written by: Giornale Radio
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