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Si è appena consumato il divorzio tra i vertici del Movimento 5 Stelle e Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, fondatore e massimo ideologo della anomala formazione politica nata su iniziativa di un comico brillante e famoso e di un imprenditore impenetrabile e misterioso. Beppe e Gianroberto, due personalità quasi agli antipodi che erano giunte a conquistare il consenso elettorale di oltre il 33% degli Italiani. Davide Casaleggio non sembra rassegnato ad accettare il declino del cosiddetto “sistema di democrazia partecipativa” concepito dal padre e si dice ancora convinto che sia il vero antidoto all’accentramento di potere nelle mani di poche persone ed al carrierismo politico. Continua, dunque, l’erede della dinastia, a credere che la Casaleggio Srl abbia sviluppato un modello di partecipazione ottimale e, pertanto, non intende affatto rinunciare all’idea di renderlo sempre più trasparente e diffuso.
Il giovane Casaleggio appare come un ragazzo per bene e, comunque, assai meno inquietante di quanto potesse sembrare Gianroberto che, nelle rarissime interviste rilasciate, dava proprio l’impressione di essere un personaggio appena uscito da quell’allucinante scenario di Fharenheit 451, così ben descritto da Francois Truffaut nel suo film del 1966. Però, se potessimo, vorremmo chiedergli come non riesca a cogliere l’evidenza del penoso inganno che ha accompagnato, nel corso degli anni, l’evolversi della “democrazia di base” grillina, con la sua ardita pretesa che le sorti della politica italiana venissero, riservatamente, decise nelle stanze di una Srl di Milano…Esiste un altro partito che non disponga neanche degli elenchi dei propri iscritti perché sono gelosamente custoditi in qualche cassaforte della Casaleggio e Associati? E il simbolo del movimento che è proprietà privata di uno dei due fondatori? E i referendum interni, convocati all’ultimo minuto e senza possibilità di contraddittorio? E il controllo di tipo veramente padronale sui parlamentari eletti, dei quali venivano monitorate persino le e-mail? E c’è qualcuno che sappia fornirci almeno l’indirizzo della sede del movimento? Pensiamo proprio di no.
La rottura di questi giorni pone, quindi, termine all’imbroglio di una democrazia che in molti hanno, purtroppo, creduto potesse esercitarsi in quel modo confuso, arbitrario e spesso prevaricatore. Esiste un futuro per una forza politica che inizia ormai a prendere consapevolezza del fatto di essersi fondata praticamente sul nulla? Se esiste, non può che basarsi su motivazioni di sopravvivenza personale…perché, con buona pace delle teorie di Gianroberto, fare il deputato o il senatore piace…eccome se piace!
Written by: Giornale Radio
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