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La guerra dei pescherecci | Il Corsivo

today12 Maggio 2021

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Cosa si cela di così importante nella acredine contro i nostri pescherecci?

Il peschereccio ‘Michele Giacalone’, partito da Mazara del Vallo e giunto a est di Cipro, è stato bersagliato da pietre lanciate da almeno 10 piccole imbarcazioni turche e poi speronato. Il 3 maggio l’abbordaggio era avvenuto invece a circa 40 miglia di Bengasi, e aveva preso di mira sempre il “Michele Giacalone” insieme con altri 7 pescherecci, tra cui l’Aliseo, qualche giorno dopo mitragliato da 35 miglia da Misurata. “L’Unione Europea ci dica, una volta e per tutte, dove dobbiamo andare a pescare”, si chiede sconsolato l’armatore Luciano Giacalone. E non ha tutti i torti. I pescatori rivendicano il diritto di lavorare in sicurezza, senza essere colpiti da pietre o peggio ancora da colpi di mitraglia.

Le regole ci sarebbero e non ammetterebbero interpretazioni. I nostri pescherecci possono calare le reti nelle acque internazionali, ma le delimitazioni dei loro contorni non sembrano applicate da numerosi paesi che si affacciano nel Mediterraneo. Il “Sangiorgio I” si trovava in acque internazionali davanti la Siria, quando è stato attaccato dai turchi. Gli hanno detto che non si doveva più pescare lì. E’ intervenuta una nave militare turca e poi un elicottero italiano. Ci sono stati attimi di tensione ma poi per fortuna tutto si è risolto senza conseguenze. Il problema ora è che, senza un intervento decisivo dell’Unione Europea, prima o poi la situazione potrebbe degenerare in una vera e propria guerra.

Written by: Giornale Radio

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