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A cura di Ferruccio Bovio
Oggi, vi proponiamo di riflettere con noi sul drammatico – ma per certi versi davvero incomprensibile – episodio avvenuto sui Carpazi, dove uno sventurato (anche se assai incauto) viaggiatore italiano ha perso la vita per avere sottovalutato le potenziali reazioni di un’orsa che vede minacciati i suoi cuccioli. Abbiamo letto che l’uomo, notando la presenza degli animali, si è avvicinato loro con la sua telecamera per filmarli e, forse, offrendo anche del cibo. Le ultime sue parole pronunciate saranno “guardate quanto è bello l’orso”. Poi l’inevitabile reazione dell’animale è stata letale per il nostro povero connazionale, che forse ha pagato – e qui è il senso del ragionamento che vi stiamo proponendo – l’amaro prezzo di una concezione eccessivamente “disneyana” dei rapporti che, in realtà, noi possiamo seriamente intrattenere con il resto del mondo animale. No, sventurato turista della provincia di Varese, la madre spaventata che ti ha ucciso non era la sorella del simpatico orso Yoghi che si diverte fare i dispetti alla guardia forestale dell’immaginario parco di Jillowstone e non sapeva nemmeno che tu, da bambino, amavi giocare con gli orsacchiotti…
No, ha visto semplicemente l’avvicinarsi di un soggetto sconosciuto e non ha esitato – come era nell’ordine naturale delle cose – ad azzannarlo ed a trascinarlo per una sessantina di metri, fino a che non lo ha visto definitivamente morto. Adesso non c’è più neanche lei, immediatamente abbattuta dalle autorità rumene. E la sua fine ci pare profondamente ingiusta, perché non si può pretendere che una madre – umana o non umana che sia – non ricorra a qualsiasi mezzo pur di garantire la sopravvivenza dei suoi figli. Così come altrettanto ingiusta è la fine di un uomo che – ingannato da certe narrative fiabesche o cinematografiche tese ad umanizzare i sentimenti ed i comportamenti dei nostri fratelli animali – si illude di potersi avvicinare ad una cucciolata di orsi, convinto che la natura sia una sorta di regno della benevolenza. Purtroppo però, gli animali non sono né buoni, né cattivi, ma sono semplicemente animali…Cosa che sa molto bene chiunque sia, ad esempio, abituato a vivere con dei cani: adorabili e spesso commoventi compagni di vita che però, improvvisamente, possono pure trasformarsi in spietati assassini quando mettono una preda nel loro mirino. Pertanto, amici ascoltatori, non pensate anche voi che l’uomo che ha incontrato la morte sui Carpazi più che dell’orso, sia rimasto vittima soprattutto di un approccio ingannevole e superficiale con la natura?
Credits Foto: Freepik
8 Luglio 2025
Scritto da: Redazione
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