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Bruxelles in balia di Washington? Le minacce di Trump sui dazi UE – USA

today15 Luglio 2025

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Dazi UE al 30% e svalutazione del dollaro: come l’Unione Europea risponde al prepotente ultimatum di Trump.

Non possiamo certo dire che, per gli operatori dell’economia europei, quello che si sono appena lasciati alle spalle sia stato un weekend estivo vissuto in pieno relax. La lettera arrivata dalla Casa Bianca – in parte seriamente minacciosa e in parte quasi beffarda – ha colto, probabilmente, di sorpresa le istituzioni di Bruxelles, ponendole sgradevolmente nella situazione di dover fare i conti con la prospettata introduzione di dazi UE al 30% da parte degli Stati Uniti.

Dazi UE aumentati dal cambio euro/dollaro

Dazi ai quali – tanto per aggiungere pure un po’ di pioggia sul bagnato – andrebbe a sommarsi anche un ulteriore 15% dovuto all’indebolimento del dollaro nei confronti dell’euro. Pertanto, proprio mentre un certo ottimismo stava cominciando a prevalere in tutte le cancellerie del Vecchio Continente – ormai “rassegnate” a dover assorbire una tariffa base del 10% (ritenuta iniqua, ma comunque ancora, in qualche modo, sopportabile) – ecco che a sconvolgere i calcoli di governi, imprenditori e sindacati è arrivato quel secchio d’acqua gelata lanciato da Donald Trump, che li ha posti tutti dinanzi ad una cruda realtà che, a questo punto, sarebbe davvero irresponsabile far finta di ignorare.

Minacce e atteggiamento prepotente di Trump

Trump scrive che la misura in questione è ‘‘di gran lunga inferiore a quanto necessario per eliminare il divario di deficit commerciale’’ e, quindi, chiede comprensione, ma poi minaccia subito di raddoppiare ulteriormente le sue tariffe di entrata, nel caso in cui l’Unione Europea introducesse, a sua volta, dazi sulle merci americane come ritorsione.

Pare, dunque, evidente che i modi e i toni non sono affatto quelli di chi intenda seriamente impostare una trattativa, ma sono, invece, quelli di chi pensa di avere il coltello dalla parte del manico. Poi magari – aggiungiamo noi – con questo coltello che, per la verità, non sembra neppure saper maneggiare molto bene, finirà anche lui per procurarsi qualche grave ferita, ma intanto il suo atteggiamento è spavaldamente quello del padrone del vapore.

L’illusione del compromesso: più energia e armi in cambio di tariffe?

Sbagliato, quindi, illudersi che si sarebbe potuta spuntare un’aliquota del 10%, impegnandoci ad acquistare dagli USA più armi, più energia ed una maggiore quantità dei loro spesso insani prodotti alimentari…Tutte concessioni, queste, che non soddisfano abbastanza gli appetiti di Trump, il quale, da immobiliarista abituato a spremere fino all’osso la controparte, ha colto, nella mancanza di coesione e di unità di intenti mostrate da Bruxelles, l’opportunità non soltanto di imporre unilateralmente la sua strategia commerciale, ma anche quella di poter interferire negli affari interni dei Paesi europei, dividendoli tra di loro e portandoli a rivedere certe loro normative ispirate alla tutela dell’ambiente e di alcuni standard di qualità sia sui prodotti alimentari, che su quelli farmaceutici.

Probabilmente, Trump più che a essere interessato a ridimensionare le nostre esportazioni a casa sua, punta soprattutto ad aprire nuovi mercati per i prodotti americani e, nel tentativo di riuscirvi, proverà a rimodellare anche le regole europee.

La posta in gioco: dazi più bassi o difesa dei meccanismi UE?

In sintesi, in questi frangenti, un eventuale buon esito negoziale per l’Europa si giocherà tutto sul compromesso che Bruxelles sarà in grado di raggiungere tra una definizione meno penalizzante dei dazi e la difesa dei propri meccanismi di funzionamento. Una sfida che richiede capacità di visione, coordinamento politico e dialogo serrato con tutti gli Stati membri, coinvolgendo anche esperti di commercio internazionale, economisti e rappresentanti delle imprese, così da costruire una strategia solida e condivisa. E si tratta di una sfida dinanzi alla quale l’incerta Unione Europea sembra, purtroppo, partire da una posizione segnata da una preoccupante debolezza strutturale.

Scritto da: Redazione


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