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Macron annuncia il riconoscimento ufficiale della Palestina a settembre: la Francia prima nel G7

today28 Luglio 2025

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Con Macron in prima linea, la Francia sarà la prima potenza occidentale a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina.

La Francia annuncia, dunque, che a settembre riconoscerà ufficialmente lo stato di Palestina, andando così ad aggiungere al gruppo di Paesi europei che, già nel 2024, hanno preso questa decisione: e stiamo parlando di Spagna, Irlanda, Norvegia, Slovenia e Armenia.

Situazione attuale sul riconoscimento ONU

Attualmente, dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite, sono 140 quelli che riconoscono lo stato di Palestina attribuendogli, dal 2012, la qualità di “Stato osservatore non membro” presso l’ONU. Qualità che gli consente di partecipare ai lavori dell’Assemblea Generale dell’ONU, di intervenire nei dibattiti e di mantenere una rappresentanza diplomatica stabile a New York. Tuttavia, non gli è concesso il diritto di voto e neppure la possibilità di candidarsi agli organi principali delle Nazioni Unite.

Decisione Macron: significato giuridico e politico

Di regola, per il diritto internazionale, riconoscere uno Stato significa legittimarlo come soggetto di diritto sovrano, con la facoltà di stabilire ovunque normali relazioni diplomatiche. Tuttavia, nel caso della recentissima decisione di Macron, non si possono ignorare anche le conseguenze simboliche e politiche – oltreché formali – che la cosa comporta: pare, infatti, abbastanza chiaro che il messaggio partito dall’Eliseo sia diretto, in modo particolare, agli Stati Uniti ed a tutti gli altri attori presenti sulla scena mediorientale, affinché si impegnino a risolvere, una volta per tutte, una questione rimasta sempre aperta almeno dal 1948.

Noi non siamo in grado di valutare in che misura le mosse di Parigi potranno incidere sugli equilibri politici, militari e territoriali in Terra Santa, anche se le prime reazioni di Donald Trump che, parlando di Macron, lo ha definito “un bravo ragazzo che non conta niente” risultano ben poco incoraggianti…

Posizione italiana e del G20

Fino ad oggi, l’Italia – unitamente ad altre importanti Nazioni che aderiscono al G20 (come Germania, Regno Unito, Canada, Giappone, Corea del Sud, Australia e Stati Uniti) – si è sempre collocata su posizioni di non riconoscimento e – come del resto, chiarito senza possibilità di equivoci dal ministro Tajani – continuerà a farlo, sino al momento in cui, finalmente, saranno pure i Palestinesi a riconoscere la legittimità di Israele.

Il ruolo della Santa Sede nel riconoscimento della Palestina

La Santa Sede ha giocato un ruolo pionieristico nel riconoscimento dello Stato di Palestina, con radici che risalgono agli Accordi di Oslo e un processo diplomatico durato oltre due decenni. Nel febbraio 2000 fu firmato il cosiddetto “Basic Agreement” con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (PLO), che sanciva il rispetto della libertà religiosa e garantiva attività alla Chiesa cattolica nei territori palestinesi.

Il passo più significativo avvenne il 26 giugno 2015, quando fu sottoscritto a Città del Vaticano il primo trattato formale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina: l’Accordo Globale, composto da 32 articoli organizzati in 8 capitoli, che riconosceva ufficialmente lo Stato palestinese e sanciva i rapporti diplomatici tra le due entità.

Libertà religiosa

Entrato in vigore all’inizio del 2016, questo accordo regola aspetti fondamentali come la libertà religiosa, il rispetto dei luoghi sacri, i diritti dei cattolici e il funzionamento della Chiesa in quelle aree. Il significato di tale passo va da quello legale-politico, poiché attribuisce alla Palestina piena dignità statuale agli occhi del diritto internazionale a uno simbolico-morale, perché implica il sostegno della Chiesa universale alla dignità e alla autodeterminazione del popolo palestinese.

Papi come Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e soprattutto Papa Francesco hanno incarnato questa continuità di impegno. Giovanni Paolo II ribadì già nel 2000 il diritto naturale del popolo palestinese a una patria e a vivere in pace con gli altri popoli. Papa Francesco ha trasformato questa posizione in un’azione concreta, riferendosi pubblicamente a “Stato di Palestina” e continuando a sollecitare un negoziato politico basato sulla soluzione dei due Stati come unica via per la pace.

Nel dicembre 2024, Papa Francesco ha riaffermato la sua posizione durante un’udienza con una delegazione palestinese guidata dal presidente Mahmoud Abbas, ribadendo l’importanza di promuovere il riconoscimento dello Stato palestinese a livello internazionale e sostenere un cessate il fuoco duraturo a Gaza.

Scritto da: Redazione


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