Il Corsivo

Caso Almasri: davvero si poteva agire diversamente?

today7 Agosto 2025

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A cura di Ferruccio Bovio

Il Tribunale dei Ministri ha, dunque, presentato alla Camera dei Deputati, la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, oltrechè del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Non stiamo adesso a dilungarci sui motivi che hanno portato a questa situazione, poiché pensiamo che la vicenda legata al rimpatrio – avvenuto su un aereo di Stato italiano – del generale libico, Osama Almasri (accusato di uccisioni, torture e stupri ed inseguito da un mandato di cattura del tribunale dell’Aja), sia sufficientemente nota a tutti.
Ricordiamo però che, sin da subito, il Governo e la sua Presidente sono divenuti i bersagli più facili e scontati da parte di un’opposizione che, ad esempio, nella persona di Elly Schlein non esitò a definire Giorgia Meloni “presidente del coniglio” o che, in quella di Giuseppe Conte, parlò di Nordio come “dell’ avvocato difensore di un torturatore e di uno stupratore”.
Tuttavia, almeno a parziale difesa di quanto operato da tutti questi personaggi chiamati in causa con tanto accanimento, ci pare che sarebbe corretto anche domandarsi che cosa sarebbe davvero successo se essi avessero agito diversamente. E la risposta, abbastanza ovvia, è quella che, nel caso Almasri fosse rimasto nelle nostre patrie galere, a farne le spese, con ogni probabilità, sarebbero stati, innanzitutto, i circa 1.500 nostri connazionali che vivono in Libia, oltre alla sicurezza del nostro stesso territorio che avrebbe potuto trasformarsi in un potenziale obbiettivo per azioni violente di ritorsione.
Se poi partiamo dal principio che il compito più essenziale di qualsiasi governo è quello di tutelare – ad ogni costo – la vita e la libertà dei suoi cittadini, ecco che allora ci viene abbastanza spontaneo considerare come non del tutto infondata anche un’eventuale riabilitazione politica (o, se volete, morale) della linea di condotta seguita, in quei giorni di fine gennaio, dall’esecutivo Meloni. Certo, in passato, politici più accorti avrebbero immediatamente blindato il caso Almasri coprendolo con il segreto di Stato… Questa volta si è invece, più ingenuamente, preferito agire alla luce del sole, illudendosi, forse, sul fatto che il principio in base al quale la sicurezza nazionale deve rappresentare – sempre e comunque – il valore primario da garantire dinanzi a qualsiasi tipo di emergenza, in Italia godesse ancora di una condivisione molto più ampia, rispetto a quella che la realtà dei fatti si è, invece, cinicamente incaricata di rivelare.

Scritto da: Redazione


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