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Gaza, Della Pergola: ”Il piano di Netanyahu non libererà gli ostaggi, serve la mediazione della Ue”

today21 Agosto 2025

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(Adnkronos)

Il piano elaborato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu per occupare Gaza City ”non raggiungerà l’obiettivo primario”, ovvero quello di ottenere ”la liberazione dei 20 ostaggi vivi” ancora trattenuti nell’enclave palestinese e che verrebbero ”uccisi da Hamas non appena le operazioni entrassero nel vivo”. Quello che servirebbe è ”una trattativa seria” con Hamas, ”un’iniziativa condotta da una Unione europea che dimostrasse di esistere e che avesse un peso reale per condurre una mediazione positiva”. Così all’Adnkronos lo statistico e saggista italiano naturalizzato israeliano Sergio Della Pergola, che si dice ”assolutamente critico” rispetto al piano per l’occupazione di Gaza che ha ”una debolezza congenita” e riconosce all’Italia ”il pregio di aver mantenuto, in una cacofonia spaventevole, una posizione più equilibrata. Sia le dichiarazioni del primo ministro, sia quelle del ministro degli Esteri sono assolutamente più ragionevoli e moderate di altri che sono presuntuosi”.

Il riferimento di Della Pergola è al presidente francese Emmanuel ”Macron, che ha detto di voler fare lo Stato palestinese. Giusto e condivisibile, ma con chi, dove e quando, con quali principi?”. Quello che serve sono ”proposte concrete” perché ”la situazione non è risolta, le operazioni di Idf e Hamas non sono concluse, e le belle parole non bastano”. ”Macron ha creato un danno immediato con le sue dichiarazioni dato che Hamas ha preso la palla al balzo e interrotto le trattative. Per fortuna l’Italia non ha fatto errori di questo tipo”, prosegue il saggista, sottolineando che il piano elaborato da Netanyhau per occupare Gaza ”è ancora molto teorico” e ”può essere rimandato se c’è un negoziato serio”.

In ogni caso il piano, che ”arriva molto tardi in questa campagna che dura ormai da due anni”, ”non può essere attuato prima di mettere in atto una soluzione umanitaria per la popolazione di Gaza”, che ”in realtà è un miscuglio indistinguibile tra civili inermi che soffrono di grandissimi problemi sanitari e di alimentazioni e la parte combattente che si trova annidiata nella popolazione”. Per cui prima di tutto è necessaria ”la creazione di una struttura di accoglimento per gli sfollati a sud tra Khan Yunis e Rafah”, sottolinea Della Pergola, affermando che ”l’operazione militare non può essere condotta prima che sia risolto questo problema”.

Per il professore emerito di demografia all’Università Ebraica di Gerusalemme, quindi, ”l’inizio di una operazione massiccia per sgomberare Gaza dai commandi di Hamas che ancora esistono non può essere avviata prima di una risposta umanitaria alla popolazione civile e questo richiede diverse settimane”. Ma ”finora i negoziati sono falliti nonostante la mediazione di Qatar ed Egitto”. La vera domanda è ”come ci si arriva alla liberazione dei 50 ostaggi, 30 morti e 20 semivivi…? Con le trattative, ma Hamas non ha dimostrato serietà. O con l’uso della forza che porti allo smantellamento di Hamas e la sostituzione di un’altra forza araba, non terroristica, che possa gestire concretamente la Striscia di Gaza”. Ma ”l’uso della forza porterebbe a un’ulteriore distruzione e controllo di Gaza, ma al fallimento della liberazione degli ostaggi ancora vivi”, tanto che ”la maggioranza assoluta in Israele la pensa in questo modo”.

In ogni caso ”c’è stato un processo alle intenzioni al piano elaborato da Netanyahu” per Gaza, anche ”all’interno di Israele dove l’opinione pubblica è molto critica rispetto al governo” che ”resta in piedi per una convergenza di interessi”, ma ”se si andasse alle urne oggi perderebbe le elezioni”.

Scritto da: Giornale Radio

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