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È di 3,5 miliardi il giro d’affari della Pet Economy italiana

today20 Gennaio 2024

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(Tempo di lettura: 1 – 2 minuti)

A cura di Ferruccio Bovio

Un’analisi pubblicata dalla Coldiretti il 17 gennaio – in occasione delle celebrazioni per S. Antonio Abate patrono degli animali – rivela che il 33% degli Italiani  ospita, nelle proprie case, degli animali da compagnia, per un giro d’affari legato alla Pet Economy che oggi è stimato in circa 3,5 miliardi di euro a livello nazionale.

Il 2023 ha registrato, comunque, un calo della percentuale di cani, gatti e altri animali da compagnia presenti nelle nostre famiglie: e si tratta di una percentuale  tornata ai livelli del pre-pandemia, dopo che l’effetto lockdown l’ aveva fatta salire  addirittura al 40%.

Gli animali più diffusi sono i cani ( 42%) e i gatti  (34%), che guidano la classifica collocandosi nettamente davanti a pesci, uccelli e tartarughe. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un tipo di presenza che ha ormai acquisito lo status di “uno di famiglia”, come dimostra anche il fatto che il 13% di chi ha un animale ha preso in considerazione l’ipotesi di venir seppellito con lui, mentre il 20% ha addirittura pensato di destinargli una parte della propria eredità.

Il 62% di chi ospita animali domestici spende mensilmente tra i 30 e i 100 euro e solo il 19% meno di 30 euro mensili, mentre il 15% di chi ha un animale gli destina un budget che va dai 100 ai 300 euro al mese. Poi però,  c’è anche un 4% che va persino oltre i 300 euro: una percentuale praticamente triplicata rispetto all’anno precedente.

L’amore degli Italiani per cani e gatti deve tuttavia fare i conti anche con il business criminale legato al mercato nero che, fra allevamenti clandestini in Italia e arrivi illegali dall’estero, coinvolge oltre 400mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno, come confermato dai dati forniti dall’Osservatorio Agromafie. I traffici illeciti – si legge nella nota di Coldiretti – avvengono tramite “una  documentazione contraffatta che attesta la falsa origine italiana degli animali e riporta trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti, con i cuccioli il più delle volte trasportati nascosti e pressati dentro contenitori, doppi fondi ed altri ambienti chiusi, stipati in furgoni e camion che percorrono lunghi tragitti”.

Ad esserne colpiti  sono, oltre agli allevatori ed ai rivenditori onesti, innanzitutto gli animali stessi, vittime quasi sempre di maltrattamenti ed abusi.

20 Gennaio 2024

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Scritto da: Giornale Radio

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