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today12 Aprile 2025
(Adnkronos)
Per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti prima di prendere decisioni su come finanziare l’aumento delle spese per la difesa nell’Ue, sarebbe opportuno aspettare l’esito del vertice della Nato che si terrà a fine giugno all’Aja, in Olanda. Quella di istituire un meccanismo europeo di difesa, modellato sul Mes, dice Giorgetti a Varsavia a margine dell’Ecofin informale, che oggi ha trattato il finanziamento del riarmo europeo, “è solo una delle proposte sul tavolo”.
“Ce ne sono tante: c’è anche la proposta italiana, sono aspetti di carattere tecnico” spiega. Naturalmente, osserva, “prima bisogna prendere una decisione politica. Soprattutto, a mio giudizio, bisogna anche aspettare gli esiti del vertice Nato di giugno perché ricordo che è importante rafforzare la difesa europea, ma sempre nell’ambito dell’Alleanza atlantica“.
Il governo, spiega il ministro, punta ad aumentare la spesa per la difesa senza chiedere alla Commissione Europea l’attivazione della clausola nazionale di salvaguardia. “L’obiettivo del ministro Giorgetti è di raggiungere l’obiettivo senza attivare la clausola nazionale” di salvaguardia, “per la difesa”, risponde. L’attivazione della clausola nazionale di salvaguardia, introdotta alla fine del 2023 e diversa dalla clausola generale di salvaguardia che sospende in toto il patto di stabilità, consente margini aggiuntivi di spesa pubblica nella difesa, senza incorrere nella procedura per deficit eccessivo, cui peraltro l’Italia, come la Francia, è già sottoposta.
Tra i Paesi membri dell’Ue sul finanziamento dell’aumento delle spese per la difesa ci sono posizioni “diversificate”, pertanto servirà un po’ di “tempo” per coordinarsi. Lo spiega il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al termine dell’Ecofin informale a Varsavia, che oggi ha trattato del finanziamento del riarmo europeo. Tra i Paesi membri sulla necessità di attivare la clausola nazionale di salvaguardia “c’è un ampio spettro di posizioni. Siccome è opportuno che in qualche modo che si arrivi a decisioni coordinate, serve un po’ di tempo per coordinarsi. Mi sembra che le idee siano abbastanza diversificate in proposito”.
Il programma Safe che prevede prestiti fino a 150 miliardi di euro, sottolinea Giorgetti, “non è che risolva tutto il problema”. “Poi è evidente che ci sono sensibilità diverse, problemi diversi, situazioni diverse. C’è chi ha un grande spazio fiscale come la Germania, c’è chi questo spazio fiscale non ce l’ha come l’Italia. Credo che l’Europa debba considerare queste diverse sensibilità”.
I dazi, aggiunge Giorgetti “impliciti ed espliciti, che ci sono in giro per il mondo, che forse qualcuno non ha considerato, tipo le politiche di dumping attuate alla Cina, fanno molto male all’economia italiana e all’industria italiana”.
In merito alla visita in Cina della presidente della Bce Christine Lagarde, di cui dà conto oggi il Corriere della Sera, il ministro dice: “C’è chi va in Cina e c’è chi va a Washington”. Per Giorgetti, tra Ue e Cina “non c’è un riavvicinamento. C’è un legittimo e doveroso dialogo, posto che in questa guerra commerciale l’Europa rischia di essere schiacciata nel mezzo e quindi deve trovare uno suo posizionamento”. Pertanto, conclude, “parlare con tutti è assolutamente giusto”.
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Scritto da: Giornale Radio
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