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Gaza, “75 persone uccise nelle ultime 24 ore”. Ue: “Inaccettabile assassinio giornalisti”

today26 Agosto 2025

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(Adnkronos)

Continuano anche oggi, martedì 26 agosto, gli attacchi di Israele su Gaza. Nelle ultime 24 ore, secondo quanto riferisce il ministero della Salute della Striscia altre 75 persone sono state uccise negli attacchi delle Idf, 17 delle quali mentre attendevano di ricevere aiuti.

Almeno 54 palestinesi sono stati uccisi dall’alba nella Striscia di Gaza in seguito ad attacchi israeliani, secondo quanto riferito da fonti mediche ad Al Jazeera. Tra le vittime ci sono anche nove persone che, secondo le stesse fonti, sarebbero state colpite mentre erano in attesa di ricevere aiuti umanitari.

Secondo il ministero, dall’inizio della guerra sono 62.819 palestinesi uccisi negli attacchi israeliani a Gaza e 158.629 sono rimasti feriti.

Secondo fonti mediche citate dalla tv satellitare al-Jazeera tra le vittime anche una famiglia di sette persone a Gaza City e sei persone, fra le quali dei minori, uccise mentre si trovavano in una tenda per sfollati a Khan Yunis. Altre tre persone, “tutti adulti”, sarebbero morte “a causa della fame e della malnutrizione” portando il numero di morti per denutrizione a 303 tra cui 117 minorenni.

Ue: “Uccisione giornalisti a Gaza del tutto inaccettabile”

“L’uccisione di cinque giornalisti, quattro operatori sanitari e di numerosi civili a Gaza ieri, in seguito a un attacco israeliano che ha preso di mira l’ospedale Nasser e che ha causato almeno 20 morti, è del tutto inaccettabile. Civili e giornalisti devono essere protetti dal diritto internazionale”, ha affermato un portavoce della Commissione europea durante il briefing giornaliero con la stampa. “Ci sono state troppe vittime in questo conflitto. Deve finire ora. I civili a Gaza soffrono da troppo tempo e in misura eccessiva: è giunto il momento di spezzare il ciclo di violenza e di sofferenza”, ha aggiunto il portavoce concludendo: “Ribadiamo il nostro appello a Israele affinché rispetti il diritto internazionale umanitario e garantisca che questi attacchi vengano indagati, prendendo atto della dichiarazione delle autorità israeliane secondo cui sarà condotta un’indagine approfondita”.

Netanyahu riunisce gabinetto di sicurezza

Intanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu riunirà alle 16 ora israeliana, le 15 in Italia, il gabinetto di sicurezza per parlare della situazione a Gaza e del lavoro per arrivare a un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi trattenuti nell’enclave palestinese. Lo riferisce il Times of Israel, precisando che l’ufficio di Netanyahu non ha voluto chiarire se il premier parlerà della proposta di cessate il fuoco e per la liberazione graduale degli ostaggi che Hamas ha detto di aver accettato la scorsa settimana. Non sarebbe all’ordine del giorno, secondo altri media locali citati dallo stesso giornale.

Le proteste in Israele

Nel frattempo oggi è stata una nuova giornata di proteste in Israele per chiedere il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza. I parenti dei rapiti sono tornati in piazza dall’alba chiedendo al governo Netanyahu di fermarsi mentre nell’enclave palestinese vanno avanti le operazioni militari.

Interrotto un tratto della ‘Route 2’ (Coastal Highway) a nord di Tel Aviv così come sono chiusi al traffico tratti della ‘Route 1’ e ‘Route 443’, che collegano Tel Aviv e Gerusalemme.

Il Times of Israel segnala inoltre iniziative di protesta davanti alle abitazioni di diversi ministri del governo di Benjamin Netanyahu. Fuori dalla residenza del ministro degli Esteri, Gideon Sa’ar, un gruppo di manifestanti ha letto i nomi degli ostaggi.

Qatar: “Aspettiamo ancora risposta Israele a proposta tregua”

Il Qatar, uno dei Paesi impegnati nella difficile mediazione per Gaza, ha fatto sapere di “aspettare ancora” una risposta da parte di Israele a una proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, presentata dai mediatori e accettata da Hamas. “Stiamo ancora aspettando una risposta”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, secondo il quale “le dichiarazioni che sentiamo non ci danno certezza del fatto che, se ci fosse un impegno, sarebbe in senso positivo”.

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Scritto da: Giornale Radio

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