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Papa, nunzio Kiev: ”Continui missione di Zuppi, il cardinale ucraino è troppo giova’ne per succedergli’

today22 Aprile 2025

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(Adnkronos)

Papa Francesco è sempre stato attento alla ”martoriata Ucraina”, ricordata anche nella sua ultima omelia a Pasqua. E quello che l’Ucraina si aspetta, dopo la sua morte, è che ”possa continuare la missione che Francesco ha affidato al cardinale Matteo Zuppi e che riguarda in particolare i bambini” ucraini trasferiti in Russia e ”lo scambio dei prigionieri di guerra e civili” con Mosca. Lo dice all’Adnkronos il nunzio apostolico di Kiev, monsignor Visvaldas Kulbokas, che sull’ipotesi che dall’Ucraina arrivi il nuovo Pontefice afferma che ”Francesco ha nominato un cardinale ucraino, Mykola Bychok”, il 7 dicembre del 2024. ”E’ un bravissimo pastore, ma è difficile pensare che eleggano un Papa così giovane. Ma oltre a questo aspetto dell’età non faccio previsioni su chi sarà il successore di Francesco, mi aspetto che ci saranno delle sorprese”, ammette.

In quanto al ”viaggio mancato” in Ucraina, monsignor Kulbokas ricorda che ”nel maggio del 2022 Papa Francesco era pronto a recarsi a Mariupol, per salvare vite e per portare un reale aiuto umanitario, ma per quella missione era necessario l’accordo di tutte le parti e non c’era l’accordo dei russi”. Eppure il Pontefice, che ”non usava un linguaggio politico, si appellava a tutti coloro che avevano potere politico per fare tutto il possibile per arrivare alla pace”.

‘politici ascoltino suo appello alla pace’

Oltre all’Ucraina, monsignor Kulbokas spera, però, che il prossimo Pontefice ”porti avanti il percorso avviato da Francesco, anche se non sarà facile, per un rinnovamento della Chiesa in modo che sia sempre giovane e viva, non legata a tradizioni rigide”. Papa Francesco era un ”innovatore, la vera novità è Dio”.”Me lo ricordo come un uomo santo, con tutto il suo cuore era a fianco degli ucraini e di tutti i popoli sofferenti”, prosegue il nunzio a Kiev, ricordando che Francesco ”cercava di trasmettere il Vangelo senza troppa paura di sbagliare o di essere criticato perché non cercava di essere applaudito”.

Quindi, prosegue, ”non c’è dubbio che ora abbiamo un grande Santo e un intercettore che spero che ci aiuterà ancora di più dal cielo per ritrovare la pace”. Anche ”il solo fatto di invitare a pregare per la pace è tanto, la guerra è un atto di aggressione contro Dio e la preghiera già in sé costruisce la pace”, prosegue. ”Un grazie personale, spirituale e morale vorrei rivolgere al Papa per il suo continuo appello ai politici per la pace”, conclude il monsignore.

Scritto da: Giornale Radio

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