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today9 Luglio 2025
(Adnkronos)
La presenza delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza resta l’unico, ma cruciale, nodo ancora irrisolto nei negoziati indiretti tra Israele e Hamas in corso per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Fonti con accesso diretto ai colloqui a Doha, citate da Sky News, confermano che il punto più dibattuto resta la permanenza militare israeliana nell’enclave palestinese.
Secondo quanto appreso dall’emittente britannica, le delegazioni israeliana e di Hamas hanno trovato un’intesa su due punti chiave: la gestione degli aiuti umanitari e la garanzia degli Stati Uniti sul fatto che Israele non riprenda unilateralmente le ostilità allo scadere del cessate il fuoco previsto per 60 giorni.
Per quanto riguarda gli aiuti, le parti hanno concordato che a occuparsene sarà un soggetto terzo, né controllato da Hamas né da Israele. Questo escluderebbe dal processo la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), organizzazione controversa sostenuta da Israele e Stati Uniti, che non potrà operare nelle aree dove le Idf non presenti. L’intesa prevede un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali.
Sulla garanzia americana, invece, l’emittente britannica rivela di una comunicazione inviata a Hamas da Bishara Bahbah, cittadino palestinese-americano ritenuto una figura chiave nei canali diplomatici non ufficiali, che avrebbe rassicurato i vertici della fazione palestinese sul fatto che l’amministrazione Trump si impegnerà a impedire una ripresa unilaterale della guerra da parte israeliana.
La questione della presenza israeliana a Gaza resta però irrisolta. Per Tel Aviv, il ritiro delle truppe potrebbe compromettere l’obiettivo dichiarato della guerra: l’eliminazione totale di Hamas come forza militare e politica. Al contrario, per Hamas qualsiasi permanenza delle Idf rappresenterebbe un’occupazione militare inaccettabile.
Una possibile via d’uscita, riferiscono fonti vicine ai negoziati, potrebbe essere rappresentata da garanzie internazionali su un percorso politico chiaro e realizzabile per il futuro dei palestinesi. Tuttavia, allo stato attuale dai colloqui non è ancora emerso alcun impegno concreto in tal senso.
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Scritto da: Giornale Radio
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