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Russia, sono già più di 100 le condanne a persone Lgbt per estremismo

today30 Giugno 2025

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(Adnkronos)

Sono in aumento in Russia le condanne di persone Lgbt+. L’accusa è quella di estremismo o di esibizione di simboli estremisti, come per esempio la bandiera arcobaleno, dopo che il non meglio precisato Movimento internazionale Lgbt era stato dichiarato nel 2023 organizzazione estremista dalla Corte suprema, un provvedimento entrato in vigore nel gennaio del 2024. Sono già 101 le condanne emesse da allora, 98 delle quali amministrative e tre penali, come risulta da fonti ufficiali, per esempio i siti web dei tribunali locali, raccolte da Hrw che chiede ai governi di fornire “rifugio e protezione significativa a coloro che fuggono dalla Russia”.

Dal gennaio del 2024 al giugno di quest’anno almeno 20 persone hanno dovuto rispondere ad accuse penali per la loro presunta partecipazione al Movimento internazionale Lgbt. Una di loro, Andrei Kotov, si è tolto la vita lo scorso dicembre, mentre era detenuto in attesa di processo per l’accusa di gestire una organizzazione estremista, nel suo caso, una agenzia di viaggi per soli uomini. Due persone sono state condannate a un periodo di carcere. Altre 17 sono in attesa di giudizio o l’esito del processo non è noto. Altri 17 casi si sono conclusi con una condanna alla detenziopne, con una media di otto giorni e un massimo di 15. Ma come nel caso del discredito delle forze armate, le condanne più gravi per l’esibizione di simboli estremisti arrivano dopo la prima condanna amministrativa. Con l’aggravante della reiterazione, la pena può arrivare a quattro anni di carcere.

Ci sono state 97 condanne per esibizione di simboli estremisti, e una per distribuzione di contenuti che giustificano l’estremismo. La prima condanna riusale al 25 gennaio del 2024. Da allora il numero dei casi è aumentato velocemente. Un totale di 38 casi sono stati aperti a Mosca.

Sempre nel gennaio dello scorso anno, un processo, presso un tribunale di Krasnodar, si è concluso con il proscioglimento in primo grado dell’imputato, evento rarissimo in Russia. Ma solo perché la pubblicazione della foto di una bandiera arcobaleno su un account social era avvenuta prima dell’entrata in vigore del provvedimento della Corte suprema. La polizia ha tuttavia presentato un ricorso che ha vinto, dal momento, questo il contenuto della motivazione della condanna, che l’imputato non aveva cancellato la foto nel momento in cui il provvedimento era entrato in vigore.

Lo scorso 15 maggio è stata formalizzata l’accusa di attività in favore di organizzazioni estremiste nei confronti di tre dipendenti di due diverse case editrici, per aver commercializzato romanzi su temi Lgbt e quindi per aver voluto “reclutare” lettori nel Movimento. Rischiano di essere condannati fino a 12 anni di prigione.

Ma non ci sono solo i casi giudiziari. C’è anche un “sostanziale aumento” delle persone che si rivolgono a ong, sempre più a loro volta sotto pressione, per chiedere assistenza per lasciare il Paese, chiedere visti umanitari, asilo o anche la partenza urgente per persecuzione. Dal gennaio del 2024 è sempre più difficile fornire assistenza a persone Lgbt, sono stati costretti a chiudere molti spazi queer, a cancellare eventi, “costringendoli a una modalità operativa clandestina”.

Fra tutte le condanne pronunciate fino a ora, solo sette sono per attività non online per il resto gli inquirenti fanno man bassa sulle piattaforme social, da Telegram a VKontakte ma anche WhatsApp o su chat private, come è accaduto al direttore di una campagna regionale per un candidato dell’opposizione alle elezioni presidenziali del 2024 è stato detenuto sei giorni per aver ripostato la foto di una bandiera arcobaleno in un gruppo di 11 amici, uno dei quali con il telefonino hackerato. Ci sono state condanne anche per post pubblicati dieci anni fa. (in totale 32 per post pubblicati prima dell’entrata in vigore della norma).

Nel giugno dello scorso anno un tribunale di Nizhni Novgorod ha condannato Anastasia Ershova a cinque giorni di detenzione per aver indossato orecchini a forma di rana e con i colori della bandiera arcobaleno. Poco prima era stata vittima, con una amica, di un assalto da parte di un aggressore che aveva ripreso la sua vittima e pubblicato l’immagine online.

Scritto da: Giornale Radio

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