Notizie dal mondo

Ucraina, Starace: ‘Bilaterale Putin-Zelensky pericoloso, rischio finisca male’

today20 Agosto 2025

Sfondo
share close

(Adnkronos)

E’ tutta in salita la strada per il bilaterale Putin-Zelensky, a Mosca i ‘falchi’ fanno resistenza, “il rischio è che finisca male, che ci sia una interruzione del negoziato”, rischio che potrebbe invece essere scongiurato da un’eventuale presenza di Donald Trump nel caso di un trilaterale. E’ l’opinione di Giorgio Starace, ex ambasciatore in Russia, che vuole comunque “scommettere” sul vertice tra il leader del Cremlino e il presidente ucraino, per quanto “prematuro e pericoloso”, con il presidente americano che forse potrebbe aver iniziato “troppo presto la trattativa, perché in estate si fa la guerra, mentre è in autunno che si sospendono le ostilità”.

“C’è un lavoro in corso di non facile soluzione” per preparare il bilaterale annunciato lunedì sera dal presidente americano, “i falchi a Mosca non sono felici, ci sono resistenze su Putin” perché non lo faccia, dice Starace all’Adnkronos. Ma “io sono un fautore dell’ottimismo a ogni costo, perché se si incontreranno allora ci sarà la possibilità che si avvii un negoziato serio”, sostiene l’ex ambasciatore, che era a Mosca il giorno dell’invasione russa dell’Ucraina.

E quindi “bene ha fatto il presidente americano” ad assumersi la responsabilità: “Lo possiamo accusare di vanità, che lo fa per avere il Nobel per la pace, ma è un dato di fatto – ragiona Starace – che lui ha preso iniziative che in Europa nessuno aveva preso. Gli Stati Uniti stanno mettendo tutto il loro prestigio e il loro peso per avviare un negoziato e stanno allargando sapientemente le questioni in discussione, relegando l’Ucraina a uno dei capitoli, che diventa così uno strumento della trattativa con la Russia”. Per gli americani, sottolinea, “è più importante il dialogo con la Russia di un rapporto privilegiato con l’Ucraina, che può ancora interessare alle potenze europee per questioni di sicurezza, ma non a Trump”.

E a proposito di Europa, Starace osserva come, oltre Kiev che è la prima vittima della guerra russa, anche “noi abbiamo sofferto a sufficienza, mentre ritengo che gli unici che ne hanno beneficiato sono le aziende nel settore della difesa, che hanno registrato risultati pazzeschi” in termini di profitto e performance azionari.

Se c’è un appunto che si può fare al presidente americano, continua il diplomatico, è quello forse di “aver iniziato questa trattativa troppo presto: in estate si fa la guerra, forse era meglio cominciare a fine settembre, ottobre, che, per via delle condizioni meteo, è il momento in cui si sospendono le ostilità”. “Non c’è niente di peggio nelle trattative – è opinione di Starace – che dimostrare fretta al proprio interlocutore, che così alza l’asticella. Al tempo stesso, però, Trump ha il merito di aver creato grandi aspettative per la fine della guerra anche tra i russi“. E qui si torna ai ‘falchi’, che potrebbero ‘cedere’ sul bilaterale con Zelensky se “capiranno lo spirito del negoziato avviato da Trump, quello di rilanciare un rapporto a tutto campo con la Russia e di ridarle la dignità di potenza globale”, spiega l’ex ambasciatore. In questo senso, il vertice di Anchorage è stato un primo passo in questa direzione: “Putin voleva tornare al centro dell’attenzione mondiale e voleva che la Russia riprendesse il negoziato diretto con la superpotenza americana”.

Così, spiega Starace, ha raggiunto il primo dei quattro obiettivi dell”operazione speciale’ avviata tre anni e mezzo fa. In parte riuscito il secondo, quello di riconquistare i territori ucraini russofoni, per garantirsi una fascia di sicurezza ai confini della Russia”. Mentre, osserva, non ha raggiunto gli altri due: la ‘denazificazione’, che vuol dire cambio di governo a Kiev, e la ‘demilitarizzazione’, perché “gli eventi hanno dimostrato la resilienza dell’Occidente e la resistenza dell’esercito ucraino, che è stato anche capace di una maggiore integrazione nell”apparato tecnico-militare della Nato”. Infine, l’invito dell’ex ambasciatore – autore de “La pace difficile – diari di un ambasciatore a Mosca” Edizione Franco Pagliai – 2025 – “a riflettere sul dopo, perché sarà molto complesso anche per noi europei riuscire a modificare il nostro modo di pensare a Mosca, superare i pregiudizi conseguenza di questo conflitto e la diffidenza che si è creata tra le classi dirigenti europee e russa”.

Scritto da: Giornale Radio

Commenti post (0)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.