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A cura di Ferruccio Bovio
Lui, per Forza Italia, non è certamente un parlamentare di secondo piano, essendo stato addirittura ministro per i Rapporti col Parlamento dal 2008 al 2011 nell’ultimo governo Berlusconi. Per cui la lettera con la quale Elio Vito ha comunicato alla Presidenza della Camera le sue dimissioni da deputato è destinata, sicuramente, a lasciare il segno. Specialmente per le argomentazioni addotte per motivare un passo così clamoroso da parte di un politico che venne eletto, per la prima volta, nel 1992 (nelle liste radicali) e che poi, aderendo al nuovo partito fondato nel 94 dal Cavaliere di Arcore, ne fu capogruppo alla Camera dal 2001 al 2008.
Ma che cosa scrive Elio Vito al presidente di Montecitorio, Roberto Fico, per giustificare la sua improvvisa uscita di scena? Innanzitutto, a colpire è la durezza dei toni con cui denuncia la deriva presa da Forza Italia nel mettere in atto quella che definisce “la pratica deteriore del trasformismo”, corredata dalla perdita di ogni valore ideale e politico, in favore di meri interessi personali, elettorali e di preferenze. Il partito azzurro ha, quindi, del tutto smarrito, secondo Vito, la sua originaria natura di movimento politico liberale e democratico, essendosi chiusa la sua classe dirigente in una gestione “accentrata ed esclusiva” del potere, mettendo al bando tutte le voci critiche.
Due sono stati, in particolare, i fatti che hanno indotto Elio Vito a rinunciare al suo mandato parlamentare. Il primo ha riguardato le dichiarazioni recentemente rilasciate da Berlusconi in merito all’invasione russa in Ucraina che, se da un lato sono apparse formalmente di condanna, dall’altro si sono, invece, rivelate sostanzialmente elogiative nei confronti di Vladimir Putin, critiche verso le leadership occidentali e di conseguenza comprensive verso presunte ragioni della Russia. Poi, da ultimo, quella che il deputato dimissionario ha vissuto come la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la scelta fatta alle elezioni comunali di Lucca dove, in vista del ballottaggio, si è deciso di apparentarsi anche con liste di estrema destra. L’antifascismo – si legge nella lettera di addio – è, infatti, un valore fondamentale della Repubblica, rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga: soprattutto in un momento storico in cui stanno riproducendosi gravi episodi di violenza squadrista.
Credits: Agenzia Fotogramma
Scritto da: Giornale Radio
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