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today23 Agosto 2023 5
Era il 1983. L’Italia usciva lentamente dagli anni bui del terrorismo e accumulava debito pubblico. Bettino Craxi saliva di popolarità. Sandro Pertini era il presidente della Repubblica. Paolo Rossi si godeva il successo dei mondiali di calcio vinti l’anno prima in Spagna. Da Milano iniziava l’Italia da bere. Proprio quarant’anni fa, con la sua chitarra a tracolla, Toto Cotugno arrivava sul palco del festival di Sanremo, e in giacca e cravatta color salmone intonava una canzone, diventata poi il secondo inno della nazione. “Lasciatemi cantare con la chitarra in mano…”. Dal teatro Ariston la sua popolarità esplode in tutto il mondo. Poche note, parole e concetti semplici, una canzone diciamo così di tipo identitario, nazionalpopolare.
Toto Cutugno ampliava il suo successo nel mondo attraverso lunghe tournée all’estero, fino a quel momento piene di italiani immigrati. Con quel brano, Cotugno diventava tra i musicisti italiani più amati all’estero. Pensare che a Sanremo si era piazzato solo quinto in classifica in realtà la canzone era stata scritta per Adriano Celentano che declinò l’offerta ritenendola poco consona alla sua voce e al suo stile. La genesi del brano l’aveva raccontata qualche anno fa a Fabio Fazio. “Devo dire che questa canzone è nata in Canada. Eravamo a mangiare con i ragazzi, coi miei musicisti, dopo aver fatto il concerto. C’era qualche chitarra perché capitava che poi si suonasse… E io ho detto: ‘Dammi la chitarra un attimo’. Ho fatto un la minore, ho fatto: ‘Lasciatemi cantare…’, così. Poi ho preso un pezzo di carta, ho scritto il rigo musicale e ho scritto le note.”, aveva sostenuto Cotugno. Se ne va a 80 anni, e si porta via un successo impareggiabile soprattutto fuori dai confini nazionali. Popolarissimo a Mosca e Kiev, con la guerra iniziata nel 2022, dichiarò: “Sogno bambini russi e ucraini insieme”.
“Il Corsivo” a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell’angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.
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Scritto da: Giornale Radio
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