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Che cosa pensa Draghi | 12/03/2022 | Il Corsivo

today12 Marzo 2022

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A cura di Ferruccio Bovio

È un Mario Draghi piuttosto sereno quello che al termine del vertice di Versailles si presenta dinanzi ai giornalisti per la conferenza stampa di rito. Al punto che esordisce definendo l’incontro avuto con gli altri leaders europei “un successo” ed aggiunge di aver raramente riscontrato una simile compattezza tra i Paesi membri dell’Unione Europea.

Il nostro premier ha parlato anche delle ripercussioni che la guerra in Ucraina sta avendo e continuerà ad esercitare sui Paesi europei: a suo avviso, Putin non vuole la pace ed il suo piano sembra essere un altro. Poi, a questo proposito, Draghi ha ribadito il suo impegno personale e quello dei suoi colleghi affinché Kiev e Mosca arrivino a parlarsi, purché sia, comunque, preservata la dignità dell’Ucraina.

Ma il tema principale del vertice francese ha riguardato la discussione sulle carenze di materie prime, tra le quali spiccano pure quelle agro-alimentari. Draghi ha affermato che se la situazione con la Russia (ma anche con altri Paesi europei decisi a sospendere le esportazioni) si aggraverà, allora diventerà necessario importare grano e mais da altre nazioni come il Canada, gli Stati Uniti o l’Argentina. Lo stato di cose venutosi a determinare obbliga a riconsiderare tutto il cosiddetto apparato regolatorio: e si tratta di un argomento – ha continuato Draghi – che si ripropone anche riguardo agli aiuti di stato ed al patto di Stabilità. E’, quindi, importante che, giunti a questo punto, la Commissione UE decida di rivedere – sia pure temporaneamente – le regole che ci hanno accompagnato in questi anni.

Quanto alle esigenze di cassa dell’Unione Europea, non c’è dubbio – secondo l’ex presidente della BCE – che occorrano nuove entrate, poichè i bisogni finanziari dell’Unione stessa, se si vogliono rispettare gli obiettivi di clima, difesa ed energia, sono decisamente elevati. In sostanza, stando ai calcoli della Commissione il fabbisogno risulta essere pari a 1,5 o 2 o più trilioni di euro. Diventa, dunque, indispensabile trovare un compromesso su dove attingere per le risorse: e dal momento che a livello di bilancio nazionale questo spazio non c’è, è chiaro che serve una risposta comunitaria.

Una possibile fonte di introiti potrebbe essere, ad esempio, individuata nella tassazione degli extraprofitti delle società elettriche, dovuti al balzo dei prezzi energetici: e si tratterebbe certamente – ha detto ancora Draghi – di una fonte cui guardare con attenzione, visto che, secondo le stime della Commissione europea, una simile misura darebbe un gettito che in Europa potrebbe arrivare a 200 miliardi di euro.

Passando, invece, a trattare delle sanzioni decise dall’Europa contro la Russia, il presidente del Consiglio le ha definite “molto pesanti”, ma ha anche aggiunto che potranno divenirlo ancora di più: l’importante è che tutti siano consapevoli del fatto che hanno un impatto sia sulle famiglie, che sulle imprese. Purtroppo, la situazione attuale, se non sarà affrontata con provvedimenti immediati, rischia di fratturare il sistema economico europeo spingendolo verso il protezionismo. Dobbiamo, quindi, prepararci a tutto, anche se – ha poi aggiunto facendosi più rassicurante – almeno per ora non siamo assolutamente ai livelli di un’economia di guerra. Il premier ha voluto precisare che gli pare di vedere in giro allarmismi esagerati, poichè prepararsi ad una certa evenienza, non significa che questa debba poi verificarsi sicuramente, ma significa, invece, che l’Europa deve ri-orientare le sue fonti di approvvigionamento. Cosa che si fa costruendo nuove relazioni commerciali.

Nel corso del Consiglio europeo straordinario – ha concluso Draghi – non si è parlato di eurobond ed egli stesso ha ritenuto che non fosse il momento di farlo. E’ però chiaro che si presentano oggi esigenze finanziarie di una tale dimensione da rendersi proibitive per qualsiasi bilancio nazionale. Pertanto, la politica fiscale europea dovrà continuare ad essere espansiva e centrata sugli investimenti. Altrimenti gli ambiziosi obiettivi climatici e quelli della difesa non saranno mai raggiunti.

Credits: Agenzia Fotogramma.

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