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A cura di Ferruccio Bovio
Ci stiamo avvicinando rapidamente al 25 settembre e cioè al momento in cui tutte le non indifferenti contraddizioni che pesano sulle due principali coalizioni elettorali finiranno per affiorare, rendendo ben difficile il compito di chi sarà chiamato a dare vita ad un nuovo governo. Cominciamo oggi a radiografare i malumori e gli imbarazzi che, almeno per il momento, si limitano a sonnecchiare all’interno dello schieramento che tutti i sondaggi danno come sicuro vincente. Difficile per chiunque far finta di ignorare che, a livello programmatico, nella destra sono rimaste irrisolte questioni altamente divisive, alle quali il dibattito elettorale, fino ad oggi, ha essenzialmente cercato di mettere il silenziatore. Infatti, nonostante i non pochi tentativi messi in atto da Antonio Tajani e Licia Ronzulli per ridurre del tutto Forza Italia ad una sorta di “dependance” della Lega, permangono ancora – tra Berlusconi e Salvini – sensibilità ben distinte per quanto concerne i rapporti con l’Unione Europea, dove entrambi aderiscono a Gruppi profondamente diversi tra di loro, quali sono il Partito Popolare Europeo per il primo ed Identità e Democrazia, dove il secondo siede a fianco di Marine Le Pen.
Per non parlare poi dell’abisso che esiste fra l’atlantismo orgogliosamente sbandierato, in ogni occasione, da Giorgia Meloni ed il malcelato filoputinismo di Matteo Salvini che lo ha portato persino a siglare un patto con Russia Unita (e cioè con il partito di Putin), sul quale, almeno fino ad ora, nessuno nel centro destra ha trovato il coraggio di obiettare qualcosa. In queste ore tutti i media non fanno altro che riportare le notizie relative ai 300 milioni di dollari che la Russia avrebbe speso per finanziare alcuni partiti nei paesi occidentali. Il segretario della Lega, sentendosi magari sotto la lente di ingrandimento, ha subito minacciato querele a destra e a manca, facendoci ricordare quel detto latino secondo il quale una scusante non richiesta, può rivelarsi un’autoaccusa…
Ad allungare le distanze tra i tre partiti che formano l’alleanza di destra ci sono poi anche gli orientamenti che dovrebbero guidare la politica economica e finanziaria, sulla quale Salvini – cercando disperatamente di recuperare il terreno elettorale perduto a vantaggio di Fratelli d’Italia o di altre formazioni minori – ha deciso di puntare tutte le sue carte, anche a costo di arrivare a polemizzare, in maniera abbastanza plateale, con la sua collega/rivale Giorgia Meloni, divenuta nel frattempo, dopo due anni di irriducibile opposizione, più rigorosamente draghiana dello stesso Draghi…. E da questa esigenza nasce, ad esempio, la richiesta leghista di procedere all’ormai famoso “scostamento di bilancio” di trenta miliardi, apertamente escluso dalla Meloni, per far fronte alle immediate emergenze energetiche.
E poi c’è il terreno fiscale su cui Berlusconi propone un’aliquota per la flat tax, Salvini un’altra e Meloni – ammesso e non concesso che ne sia convinta – un’altra ancora….E che dire delle cartelle esattoriali che la Lega ( e magari anche Forza Italia ) vorrebbero ridurre a i minimi termini, mentre i Fratelli d’Italia sembrano orientati a ritoccare solo marginalmente, così tanto per dare un contentino ai due alleati di governo? Domani parleremo dei problemi che albergano, invece, nello schieramento di centro sinistra.
Written by: Giornale Radio
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