Il Corsivo

Diplomazia impotente

today9 Settembre 2025

Sfondo
share close

A cura di Ferruccio Bovio

Purtroppo, nonostante le false aspettative inizialmente generate dal cambio di inquilino alla Casa Bianca, i vari sforzi diplomatici sino ad oggi compiuti dalle diplomazie europea e statunitense si sono sono rivelati del tutto inadeguati di fronte al drammatico compito di far tacere le armi sia a Gaza, che in Ucraina. Per quanto riguarda, infatti, ciò che avviene in quella Terra che pure – ironia della sorte – dovrebbe pure essere “Santa”, continua a sussistere una situazione di inaccettabile violenza esercitata sulla popolazione civile che alcuni – e noi certamente non siamo tra questi – si spingono persino a definire “genocidio”, ma che, comunque, al di là dei termini usati, deve urgentemente avere fine. E non diversamente stanno di sicuro andando le cose sul versante ucraino, dove alle forse un po’ troppo precipitose ed ingenue aperture che gli sono state concesse durante il vertice ferragostano in Alaska (compreso quel tappeto rosso che gli ha beatamente restituito la dignità perduta di leader riabilitato a livello internazionale), Vladimir Putin ha risposto aumentando addirittura l’intensità dei sui bombardamenti sulle città ucraine. Ed anche noi che, di solito, volgiamo più al pessimismo che alle belle speranze, in quella circostanza, avevamo immaginato che, in cambio di tutta l’apertura di credito che Trump gli aveva offerto su un prezioso vassoio d’argento, l’uomo del Cremlino una qualche sia pur avara contropartita tangibile avrebbe finito per corrisponderla: magari, anche soltanto una breve pausa nei combattimenti…insomma, almeno una parvenza di gratitudine…

Invece, se qualcuno nutriva ancora dei dubbi, la sua intenzione di non voler assolutamente fermare la guerra, ma di volerla al contrario portare avanti fino alla vittoria, è emersa in tutto il suo imperturbabile cinismo. Anzi, con ancora il calore sulla pelle degli abbracci trumpiani, lo zar di Mosca è poi volato a Pechino per ribadire la sua piena adesione proprio a quel blocco anti occidentale che Xi Jinping ha presentato, “urbi et orbi”, la scorsa settimana. Un autentico disastro, quindi, per la diplomazia americana e per gli inesperti emissari di cui si è avvalsa, negli ultimi sei mesi, l’Amministrazione di Washington. In uno scenario così desolante, l’iniziativa dei cosiddetti “Paesi volonterosi”, per quanto caratterizzata anche da notevoli contraddizioni interne, rappresenta, comunque, un qualcosa sulla quale vale, probabilmente, la pena di lavorare. Tuttavia, considerata l’ormai comprovata scarsa disponibilità di Putin ad ascoltare le buone intenzioni del linguaggio diplomatico, sarà bene che – mentre discutono se sia meglio garantire la futura pace attraverso l’invio di soldati sul territorio oppure si debba studiare una sorta di art.5 della NATO da applicare alla questione ucraina – i governi europei non perdano mai di vista il fatto che, almeno per ora, parlare di una pace o di una tregua che il Cremlino assolutamente non vuole rischia di risultare un esercizio ben poco produttivo. Di conseguenza, per il momento, la via maestra verso la chiusura del conflitto sembra dunque essere, paradossalmente, proprio quella di armare il più possibile l’esercito di Zelensky, visto che la legge del cannone sembra l’unica che la Russia sia disposta a rispettare e vista anche la palese incapacità americana di portare Mosca a ragionare su piani diversi.

Scritto da: Redazione


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.