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today28 Luglio 2022
A cura di Daniele Biacchessi
Una cosa è certa. Nel marasma provocato dalla sfiducia al Governo, i partiti che escono maggiormente con le ossa rotte sono Forza Italia e M5s, tra quelli che hanno staccato la spina a Mario Draghi. Da almeno una settimana i deputati e i senatori in uscita dalle loro formazioni di origine sono decine e decine e hanno tutti nomi importanti e significativi.
Da Forza Italia hanno tolto le tende Gelmini, Brunetta, Carfagna, Versace, Cangini, Sessa, Baroni, e sarebbero in partenza un altro gruppo numericamente consistente di esponenti azzurri.
La fuga dal M5s è iniziata con Di Maio che oggi amplia la sua influenza con gli endorsement di Tabacci e Sala, disponibile a dare una mano all’ex ministro degli Esteri impegnato nella raccolta di firme per presentare il proprio simbolo alle elezioni del 25 settembre. Gli ultimi fuggitivi dal M5s sono Crippa, Carbonaro, Provenza, Tripodi, ovvero il cuore del gruppo parlamentare alla Camera.
C’è un dato comune che li mette insieme: da Forza Italia e M5s i fuoriusciti non sono più compatibili con Berlusconi e Conte, non tanto con le loro idee, ma con le scelte politiche. Berlusconi e Conte, da schieramenti diversi, avevano aderito all’esperienza di Governo di unità nazionale, ma il loro proverbiale egocentrismo non ha retto all’urto della centralità della figura di Draghi.
Da punti di vista differenti Berlusconi e Conte avevano bisogno di maggiore visibilità ma entrambi hanno fatto male i conti con il malessere della truppa che alla fine si è ammutinata lasciandoli ad un destino alquanto traballante.
Scritto da: Giornale Radio
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