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today4 Marzo 2023 4
A cura di Ferruccio Bovio
Francamente, quella condotta dalla Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia al suo primo manifestarsi, ci appare come un’indagine più politica che giudiziaria, dal momento che non esita a contestare le scelte fatte, in quei frangenti, dal Governo Conte, dalla Regione Lombardia e dalle massime istituzioni sanitarie: tutti accusati di non aver decretato, con la dovuta puntualità, la “zona rossa” nei comuni della Val Seriana. Cosa che poi avvenne, come tutti ricorderemo, l’8 marzo: giorno in cui fu tutta la Lombardia a fare la sua sgradita conoscenza con il lockdown. Ora la magistratura bergamasca si domanda (e risponde affermativamente) se la politica di quelle drammatiche giornate abbia mancato di salvare la vita di 4 mila cittadini, perchè troppo superficiale e poco informata. Però, se la nostra memoria non ci inganna, nel febbraio 2020, in merito alle caratteristiche del nuovo ed insidioso virus, regnava la più assoluta incertezza anche ai massimi livelli scientifici: non staremo certo qui a fare dei nomi, ma a circolare erano piuttosto numerosi i pareri di virologi che tendevano a minimizzare la portata del problema, riconducendolo spesso nell’ambito delle normali influenze stagionali.
Il capo di imputazione è oggi quello di “epidemia colposa” e coinvolge 22 indagati, tutti ai più alti gradi delle responsabilità pubbliche: si va dall’ex premier Giuseppe Conte all’ex ministro della Salute Roberto Speranza, dal governatore della Lombardia Attilio Fontana ai vari componenti del Comitato Tecnico Scientifico.
E’ una storia travagliata quella della gestione del Covid 19 guidata dal governo Conte 2: non si può dire, infatti, che, fin dai suoi passaggi iniziali, non le siano piovute addosso critiche dovute ad una sua presunta natura irrazionale ed autoritaria che veniva denunciata dai partiti allora di opposizione (segnatamente Lega e Fratelli d’Italia). E ci stiamo riferendo alla fase dell’emergenza sanitaria in cui – a Destra – parvero saldarsi, a livello di rappresentanza politica, gli interessi dei commercianti e delle piccole imprese che mal sopportavano le restrizioni imposte dal lockdown con quelli che diedero vita al movimento No-Vax in tutte le sue sfaccettature. Fu questo il brodo di coltura da cui nacque l’idea di promuovere, una volta finalmente giunti ad occupare le stanze di Palazzo Chigi, un’inchiesta parlamentare sul lavoro svolto dall’esecutivo Conte: idea che, non a caso (e probabilmente sulla scia dell’iniziativa bergamasca), sta prendendo corpo proprio in queste ore alla Camera. Evidentemente, alle forze politiche che avevano sempre osteggiato il lockdown, pur di dare addosso ai partiti avversari, vengono oggi utili anche le conclusioni alle quali perviene una Procura che accusa, invece, Conte e Speranza di non aver fatto il lockdown fino in fondo…
Scritto da: Giornale Radio
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