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A cura di Ferruccio Bovio
Almeno a parole, volevano far saltare il Parlamento con una bomba lanciata da un drone e poi, in vista della manifestazione contro il green pass che si terrà domani a Roma, incitavano i seguaci della loro chat Telegram, denominata “i guerrieri”, ad aggredire i giornalisti, invitandoli ad “usare le molotov” per far saltare i furgoni delle televisioni. Stando a quanto riferito dalla Questura di Milano, sembra che per la stampa, ritenuta asservita al regime, questi “guerrieri” nutrissero un vero e proprio odio.
A Milano le otto perquisizioni operate dalla Digos hanno portato alla luce non solo l’intenzione di partecipare in maniera sediziosa al corteo di protesta in programma nella Capitale sabato, ma anche tutta una serie di incitamenti, verso gli altri 200 membri del gruppo Telegram, a compiere azioni violente, nelle rispettive province di residenza, contro svariati obbiettivi istituzionali, magari approfittando della visita di esponenti dell’Esecutivo, come quella, poi annullata, che era stata programmata a Padova, lo scorso 2 settembre, da parte del Ministro della Salute, Roberto Speranza. I membri della cellula – non si capisce bene se fanciullescamente pagliaccesca o concretamente eversiva – avrebbero inoltre avuto, sempre secondo la Questura meneghina, l’effettiva intenzione di approvvigionarsi di armi bianche da utilizzare durante il raduno di domani nella Capitale.
All’interno del gruppo Telegram gli otto milanesi che gestivano la chat e che si definivano, appunto, “i guerrieri” sono risultati essere 5 donne e 3 uomini, con un’età compresa tra i 53 e i 33 anni ed ora sono indagati per istigazione a delinquere aggravata.
Le azioni violente che stavano architettando, facendo ricorso anche con all’uso di armi bianche (coltelli e ordigni fai da te) erano tese – secondo gli inquirenti – a “mutare o condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale”.
Digos e Procura della Repubblica sottolineano l’importanza della loro azione preventiva, che ha impedito il verificarsi di disordini che erano già stati programmati. E se le cose stanno veramente in questi termini, significa che certi gruppi hanno pericolosamente incominciato ad alzare il tiro.
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