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Il decreto del Governo sulle baby gang e la linea dura alla francese | 07/09/2023 | Il Corsivo

today7 Settembre 2023 3

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A cura di Daniele Biacchessi

Al Consiglio dei ministri odierno il Governo presenta il testo sulle baby gang, nato sulla spinta emotiva dei fatti di Caivano, alle porte di Napoli, con lo stupro delle due ragazze minorenne, la recente visita della premier Giorgia Meloni, e il conseguente maxi blitz delle forze dell’ordine. L’esecutivo sceglie la linea dura, diciamo così, alla francese, perché si ispira alle leggi introdotte dal presidente Emmanuel Macron per sedare le rivolte delle periferie in seguito all’uccisione di un ragazzo di Nanterre da parte di agenti di polizia. Il provvedimento prevede il carcere più facile per gli under 18, pene fino a 24 mesi per quei genitori che non mandano i figli alla scuola dell’obbligo, ammonimento del questore anche per i dodicenni. Viene abbassata da 9 a 6 anni la pena edittale minima perché un minorenne possa essere sottoposto a custodia cautelare in carcere. Le pene per la detenzione, il traffico e la produzione di sostanze stupefacenti di lieve entità si inaspriscono: i ragazzi oggi rischiano da sei mesi a quattro anni, il dl alza le sanzioni da uno a cinque anni. “Se un ragazzino uccide paghi come un adulto”, dice Salvini. Ma i giudici criticano le misure annunciate dal Governo. Dicono che non sarà certo la propaganda politica a fermare la delinquenza giovanile. E allora che fare? Il decreto dell’esecutivo accontenta l’elettorato di destra che chiede da sempre il pugno di ferro sulla sicurezza, ma cos’è uno Stato di diritto che non tiene conto della prevenzione? Lo dice bene il cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, Don Claudio Burgio, uno che ogni giorno convive con i ragazzi che delinquono. “Punire ragazzi troppo giovani è follia pura: per quanto possano aver commesso atti violenti la loro coscienza forse non è nemmeno nata. È come voler penalizzare una situazione senza volerla davvero risolvere”.

“Il Corsivo” a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell’angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca.
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