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today18 Maggio 2023
A cura di Daniele Biacchessi
Da Ravenna a Faenza, da Forlì a Bologna, l’Emilia-Romagna si è trasformata in un enorme lago dove il verde della pianura si confonde con il marrone chiaro dell’acqua piovana mista a fango, detriti, persone. Tutto è sommerso: case, capannoni, macchine, alberi, cartelli stradali. Le stime sono impressionanti. Morti, dispersi, decine di migliaia di persone evacuate, 250 frane, 14 fiumi esondati, 37 comuni colpiti duramente dalle alluvioni. I meteorologi ci dicono che mai così tanta pioggia, che dal 1 al 3 maggio sono caduti 240 mm di acqua, soprattutto in tre eventi estremi così vicini, e che la situazione è davvero preoccupante, anche per il futuro. Su un terreno già saturo da due settimane si sono abbattute altre precipitazioni forti e prolungate. L’acqua non sa più dove andare, ce la ritroviamo nei fiumi in piena, o che corre per strada e sommerge cose e persone. Stavolta il percorso della perturbazione e la sua intensità erano state descritte con molta precisione. Le allerte erano state diramate. Eppure non è bastato. E’ solo colpa del mutamento del clima oppure manca una visione ambientale del Paese? Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci annuncia un report nazionale per affrontare piogge abbondanti e lunghi periodi di siccità, ma il piano arriverà solo tra un anno. Disponiamo di un sistema normativo e amministrativo idoneo a individuare tutte le situazioni di dissesto idrogeologico e di predisporre piani, ma poi gli interventi concreti mancano. Le risorse, si dice, non sono disponibili. Con l’obiettivo di portare in sicurezza 1,5 milioni di persone oggi a rischio, il PNRR ha destinato la somma complessiva di 2,49 miliardi di euro per l’Investimento. Un breve esame di alcune situazioni e dei relativi provvedimenti assunti è sufficiente a dimostrare come ingenti risorse sarebbero disponibili anche per risanare in buona parte il dissesto idrogeologico, se non fosse stata riconosciuta priorità ad interessi molto particolari e del tutto estranei all’interesse generale dei cittadini. Ora basta cambiare l’ordine delle priorità fin qui seguito nelle scelte politiche.
Scritto da: Giornale Radio
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