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A cura di Ferruccio Bovio
L’Italia importa una quantità media di energia elettrica che, durante l’anno, varia mensilmente da un minimo di 2000 fino ad un massimo di 5000 Gigawattora: e così, ad esempio, nel 2020, il totale annuo importato è arrivato a toccare il picco dei 32200 Gigawattora. E stiamo parlando, in larghissima misura, di energia nucleare proveniente da centrali francesi, slovene e svizzere, collocate praticamente ai confini del nostro Paese.
E adesso, vista l’assoluta necessità di rimpiazzare il gas russo che – almeno in parte – ci verrà a mancare, ci vedremo anche costretti ad aumentare ulteriormente le quantità di nucleare acquistato. Di conseguenza (e paradossalmente), l’Italia che ha rinunciato ormai da diversi anni a dotarsi di centrali nucleari, è destinata a divenire, almeno per i prossimi 12 mesi, uno dei Paesi europei che maggiormente faranno ricorso all’utilizzo dell’energia elettrica derivante proprio dal nucleare. Tuttavia, a sentire i Verdi e le organizzazioni ambientaliste, il nostro sarebbe un Paese del tutto “denuclearizzato”… Continuiamo a comprare una rilevantissima quantità di energia nucleare e, visti i tempi che corrono, ne compreremo di più anche in futuro, ma la vulgata ufficiale che sta ancora prevalendo in Italia è quella secondo la quale, per sostituire il gas, basterebbe soltanto incrementare le fonti di energia rinnovabile.
Eppure, le centrali nucleari presso le quali andiamo ad approvvigionarci sono situate ad un tiro di schioppo, soprattutto dalle regioni del Nord: come, ad esempio, quella di Mentone che è praticamente quasi in Liguria…È difficile credere che, in caso di fughe tossiche da questo impianto francese, le radiazioni perniciose si fermerebbero dinanzi all’alt inutilmente intimato dai nostri doganieri a Ventimiglia….
Pertanto, mentre ufficialmente l’Italia – per quanto concerne questi temi – è impegnata soltanto nella ricerca di un nucleare di quarta generazione (e che, quindi, non esiste ancora), in realtà continua, comunque, facendo finita di niente, ad acquistare elettricità dal nucleare che già esiste. E lo fa servendosi presso negozi che potremmo tranquillamente definire “di prossimità” o “di vicinato”. Peccato però, che i proprietari siano tutti stranieri e la cosa sa molto di autentica ipocrisia.
Written by: Giornale Radio
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