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A cura di Ferruccio Bovio
La recente decisione ministeriale di consentire alle persone contagiate dal covid 19 di tornare a scuola o al lavoro, oppure di poter prendere un mezzo pubblico dopo appena 5 giorni dal primo tampone positivo (senza la necessità di verificarne la negatività con un ulteriore test), è una scelta che ben poco ha a che vedere con l’esigenza di superare correttamente la fase di emergenza: più che altro, sembra, invece, essere un azzardo che tende a prospettare alla gente una realtà che è ben diversa da quella oggettiva. Il rischio è, infatti, non solo quello di favorire un aumento dei contagi e dei decessi, ma è anche quello di lasciare intendere all’opinione pubblica che ormai sia tutto solamente un brutto ricordo e che, quindi, non sia più affatto necessario il mantenimento di quel comportamento responsabile che, per tutti questi mesi, ha impedito il verificarsi di danni ancora più gravi di quelli già patiti.
In sostanza, si sta affermando – sia a livello politico che mediatico – una tendenza che, con pericolosa faciloneria, porta a credere che la pandemia sia ormai morta e sepolta, che il virus sia divenuto endemico e che, quindi, non sia più necessario occuparsene. A parte che non è certamente una cosa facile stabilire il momento in cui avviene il passaggio da uno stato di pandemia ad uno di endemia, occorre comunque fare attenzione al fatto che, secondo l’epidemiologia, un’infezione è endemica quando il suo andamento è costante in una determinata area geografica o quando è possibile fare delle stime credibili sull’andamento dei contagi, come accade, ad esempio, per l’influenza stagionale. Non è quindi la gravità della malattia a caratterizzarla in senso pandemico oppure endemico, ma è piuttosto la sua prevedibilità e la sua territorialità. Tanto per spiegarci meglio, la malaria che pure miete centinaia di miglia di vittime all’anno è una malattia endemica. Pertanto, ridimensionare la serietà del problema covid 19, argomentando che il virus sarebbe ormai divenuto endemico è, perlomeno, una grossa inesattezza scientifica. E lo è sia perché l’aggettivo endemico non è sinonimo di poco pericoloso, ma anche perché, in realtà, è davvero troppo presto per poter considerare tranquillamente consolidato e prevedibile il comportamento del virus in questione.
Di conseguenza, la fine della pandemia, sostanzialmente decretata in questi ultimi tempi, sa molto più di decisione politica, che di accurata riflessione scientifica. E si tratta di una decisione che potrebbe costarci ancora molto cara: meglio non ignorarlo.
Scritto da: Giornale Radio
today8 Novembre 2024 13395 8
today7 Novembre 2024 13358 8
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