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today26 Aprile 2022
A cura di Daniele Biacchessi
Alla fine è accaduto ciò che era prevedibile. A Milano, medaglia d’oro della Resistenza durante gli anni dell’occupazione nazista e della dittatura fascista, un piccolo gruppo di manifestanti ha contestato il segretario del Partito Democratico Enrico Letta e gli appartenenti della Brigata Ebraica. “Letta servo della Nato, fuori i servizi della Nato dal corteo”, hanno gridato i militanti dei Carc contro lo spezzone del corteo dei democratici.
Nulla di particolarmente violento, ma qualcosa di certamente simbolico. L’Anpi ha duramente criticato le contestazioni. È accaduto nel giorno in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la cerimonia del 25 aprile ad Acerra, in Campania, cita la canzone “Bella Ciao” a proposito dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin. E mentre Liliana Segre, dal palco di Marzabotto, parlava di una “Resistenza necessaria”.
Le tensioni, le divisioni, le polemiche, non hanno però impedito a migliaia di persone in tutta Italia di fare memoria. Già, la memoria. Nella puntata di ieri del “Timone” sono intervenuti insieme Sergio Fogagnolo, figlio di uno dei quindici antifascisti fucilati a Piazzale Loreto il 10 agosto 1944, e Gianluca Luccarini, presidente dei familiari delle vittime della strage di Montesole-Marzabotto, il cui ramo della famiglia è stata sterminata dai nazifascisti. Nelle parole della loro testimonianza a Giornale Radio, è concentrato il senso alto del 25 aprile: l’eredità morale, spirituale e politica della Resistenza che vale ancora oggi, a 77 anni della fine della seconda guerra mondiale e nel mezzo di un conflitto tra Russia e Ucraina ancora tutto da terminare.
Credits: Agenzia Fotogramma
Scritto da: Giornale Radio
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