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today12 Giugno 2023 18
A cura di Ferruccio Bovio
Come è noto, giovedì scorso, in Lussemburgo, il Consiglio Affari Interni dell’Unione Europea ha approvato a maggioranza qualificata un testo (proposto dalla presidenza di turno svedese) sui temi dell’immigrazione e dell’asilo. L’Italia ha votato a favore, a differenza di Polonia e Ungheria, le quali si sono, oltre tutto, espresse anche contro la modalità stessa del voto a maggioranza qualificata su argomenti che, invece, a loro giudizio avrebbero dovuto essere decisi all’unanimità dai capi di stato e di governo nell’ambito del Consiglio Europeo.
Non entreremo nel merito dell’accordo raggiunto, anche perché non lo conosciamo ancora nei suoi dettagli, ma ci interessa, comunque, soffermarci sui suoi aspetti politici di fondo e sull’importanza che riveste il fatto che, finalmente, l’Europa abbia cominciato a ragionare in maniera sinergica sulla questione dei migranti. Inoltre, va segnalata pure l’importantissima novità che nasce dalla scelta – fatta propria da nove ministri degli Esteri europei – di promuovere l’adozione delle decisioni a maggioranza qualificata in materia di politica internazionale e di sicurezza interna.
Stiamo parlando del nucleo originario dei sei Paesi che nel 1951 si attivarono per fondare la Ceca (e cioè Francia, Germania, Italia e i tre Paesi del Benelux), ai quali si aggiungono oggi anche Finlandia, Slovenia e Spagna: e sono tutti mossi dalla comune finalità di semplificare e di rendere più immediati ed efficaci gli interventi dell’Unione Europea per quanto concerne la politica estera. L’intesa siglata dai nove ministri ci sembra, quindi, costituire un passo in avanti molto significativo verso un’ Europa in grado di recitare – sperabilmente in modo molto più credibile di quanto sia fino ad oggi riuscita a fare – una parte da protagonista sul teatro globale.
Non è, probabilmente, il caso di lasciarsi adesso trasportare da entusiasmi eccessivi, tuttavia è chiaro che si è aperto uno scenario piuttosto incoraggiante per chi crede che valga ancora la pena di lavorare affinché l’accordo appena raggiunto in Lussemburgo possa evolvere positivamente e sfociare in procedure e strumenti che siano davvero capaci se non di porre del tutto fine, almeno di arginare quel flusso di tragedie umanitarie che purtroppo, nei nostri mari, si ripetono con una puntualità divenuta ormai quasi quotidiana.
Scritto da: Giornale Radio
today6 Novembre 2024 13317 8
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