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Minaccia nucleare oggi: un ritorno inquietante nel cuore del dibattito globale

today6 Agosto 2025

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Dall’anniversario di Hiroshima alla crisi ucraina: come la deterrenza atomica sta tornando al centro delle politiche mondiali. Minaccia nucleare oggi.

Oggi sono 80 anni esatti da quell’esplosione di Hiroshima che, oltre a concludere il conflitto mondiale, ha pure posto, per la prima volta, l’umanità intera dinanzi alla prospettiva di un’autodistruzione totale. Prospettiva che, seppure sfiorata nel 1962 con la crisi di Cuba, era pur sempre stata prudentemente ben chiara nelle menti di coloro che, a Mosca o a Washington, erano chiamati a gestire l’eventuale uso dei micidiali ordigni nucleari.

Ritorno della minaccia nucleare: il caso Ucraina

Oggi però, dobbiamo purtroppo riscontrare come, a ormai 36 anni dalla caduta del Muro di Berlino, il conflitto in Ucraina abbia, in particolar modo, riportato d’attualità il tema della minaccia nucleare, soprattutto a partire dal momento in cui il Cremlino ha cambiato la sua dottrina militare, non escludendo più l’utilizzo dell’arma atomica come risposta ad un attacco convenzionale e mandando così nel dimenticatoio uno dei cardini principali sui quali i rapporti tra le potenze atomiche si erano sempre fondati: e stiamo parlando del principio della cosiddetta “risposta flessibile e proporzionata”.

La reazione occidentale e l’escalation strategica

La svolta impressa da Putin ha, ovviamente, sortito l’effetto immediato di allarmare i Paesi occidentali, rendendoli a loro volta più aggressivi, in una spirale perversa e minacciosa che non sembra arrestarsi e che è sfociata, pochi giorni fa, nell’invio di due sottomarini atomici americani in una zona che la Casa Bianca ha definito “vicino alla Russia”.

Le bombe tattiche e la nuova percezione del limite

Certo, il caso delle bombe tattiche nucleari – il cui uso, negli ultimi 12 mesi, è stato più volte ipotizzato da parte dei Russi – ha introdotto cinicamente, nella percezione collettiva, l’idea che ormai certi limiti, che in passato erano parsi insormontabili, siano, invece, oggi divenuti, improvvisamente, molto meno ostativi.

La lezione dell’Ucraina e la corsa all’atomica

E la conseguenza pressoché inevitabile di tutte queste sgradevoli novità consiste, purtroppo, nell’alimentare la tentazione – nei Paesi ancora sprovvisti di bomba atomica – di darsi da fare anch’essi, per dotarsene, al più presto, di almeno una…D’altra parte, ha insegnato qualcosa a tutto il mondo l’esperienza vissuta dall’Ucraina quando, nel 1994, commise l’errore capitale di consegnare alla Russia tutte le testate atomiche ereditate dall’Unione Sovietica, in cambio della garanzia sulla sua integrità territoriale da parte di Washington, di Londra e – udite la beffa – di Mosca…

Il peso della deterrenza e la crisi dell’ombrello USA

Oggi, se non avesse compiuto quel passo ingenuo e sconsiderato, Kiev potrebbe addirittura contare sul terzo arsenale atomico del Pianeta e, quindi, possiamo ben immaginare che Putin, prima di avventurarsi in certe “operazioni militari speciali”, ci avrebbe riflettuto molto a lungo. Diventa, pertanto, più che comprensibile che, in mezzo alle ormai troppe “sparate” – rimaste fino ad ora, per fortuna, soltanto verbali – che circolano sull’arma nucleare, alcuni Stati abbiano cominciato seriamente a valutare l’opportunità di ristabilire certe simmetrie e certe deterrenze.

Ed è un dibattito che, gradualmente, si sta sviluppando, in maniera particolare, proprio in alcuni Paesi dell’Occidente, i quali, con l’avvento di Donald Trump, hanno capito di poter fare, militarmente, molto meno affidamento su quel tradizionale e generoso ombrello protettivo che gli Stati Uniti avevano loro offerto dal 1946 in poi. 

L’ottantesimo anniversario di Hiroshima ricorda che – nonostante decenni di equilibrio atomico – oggi viviamo un’accresciuta precarietà. La dottrina nucleare russa, le minacce tattiche, la ripresa di posture offensive e l’indebolimento del tabù nucleare stanno erodendo antichi scrupoli. La lezione ucraina mostra come la deterrenza possa essere fragile e ambigua. Bisogna ripensare la credibilità delle garanzie, rafforzare il controllo degli armamenti e riscoprire l’urgenza di un dialogo globale per prevenire un ritorno al baratro nucleare.

Scritto da: Redazione


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