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A cura di Ferruccio Bovio
Lo scontro politico al quale stiamo assistendo, in questi giorni, sulla questione del controllo concomitante della Corte dei Conti in materia di Pnrr, ben poco ha a che vedere con quello che dovrebbe essere un confronto corretto e democratico tra maggioranza e opposizione. Il provvedimento di sospensione introdotto dall’esecutivo Meloni, oltre a non intaccare alcun principio costituzionale (come, del resto, è stato sottolineato anche da autorevoli giuristi), non è nemmeno il frutto di un’iniziativa specifica del Governo attuale, essendo già stato tranquillamente previsto anche nelle normative varate da quelli presieduti da Giuseppe Conte e da Mario Draghi: il tutto, ovviamente, senza che allora a qualche estremo tutore della democrazia fosse venuto in mente di lanciare disperati appelli contro una preoccupante “deriva totalitaria”. Ciò nonostante, i principali partiti di opposizione, anche in questa circostanza, non hanno perso la loro occasione per denunciare “urbi et orbi” i gravissimi rischi connessi ad un potere che incomincia a dare segni sempre più concreti di refrattarietà verso ogni tipo di controllo imparziale, oggettivo e democratico.
Tuttavia, ci pare, invece, doveroso riconoscere che, in una situazione delicata come quella costituita dai ritardi che il nostro Paese sta denotando nella messa a terra del Pnrr, certi controlli di carattere strettamente giuridico e burocratico rischiano, in concreto, di rallentare ulteriormente l’azione di chi si sta adoperando per fornire, nei tempi richiesti, garanzie e certezze ai decisori di Bruxelles. Pensiamo sia chiaro a tutti come la cifra in denaro messaci a disposizione dal Recovery europeo rappresenti, per l’Italia, una opportunità davvero irripetibile e che sarebbe, quindi, assolutamente folle metterla in discussione soltanto per assecondare certe ossessioni ispettive. Se si riconosce sul serio – e almeno, in apparenza, sembra che tutti lo facciano – che la nostra priorità assoluta è, in questo momento, quella di dare tutto il meglio di noi stessi per evitare che vada sprecata una straordinaria occasione finanziaria dalla quale può realmente dipendere il futuro dell’economia nazionale, allora occorre innanzitutto che si mettano immediatamente da parte tutti gli interessi di bottega e di retro bottega, dando la precedenza alle reali esigenze del “sistema Paese” e privilegiando, di conseguenza, ogni iniziativa che sappia di solidarietà e di cooperazione. Non sarà facile, soprattutto in prossimità della scadenza elettorale europea del 2024, alla quale ogni partito cercherà di presentarsi potendo vantare il maggior numero di meriti, da contrapporre ai demeriti degli avversari…
Il Paese con tutti i suoi meccanismi decisionali – dal Parlamento, fino alle più oscure burocrazie – è, dunque, chiamato a superare un esame di maturità. Speriamo vi si accosti con pragmatismo e senso di responsabilità.
Scritto da: Giornale Radio
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