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Qatar-gate. L’immunità parlamentare Ue e quella italiana | 12/12/2022 | Il Corsivo

today12 Dicembre 2022 9

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A cura di Daniele Biacchessi

Due istituzioni parlamentari, due pesi, due misure diverse. Nell’indagine sulle presunte tangenti e regalie provenienti dal Qatar, una come Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento Europeo, è stata arrestata in flagranza di reato con sacchi di denaro nella propria abitazione, sospesa immediatamente dalla sua funzione, senza applicare per lei la richiesta di immunità con i relativi protocolli, procedure della Giunta di autorizzazione.

Nel nuovo Parlamento italiano, 40 eletti, tra deputati e senatori, hanno ancora pendenze con la giustizia. In particolare sono 29 nel centrodestra, 5 nel Partito Democratico, 4 in Italia Viva e 2 nel Movimento 5 stelle: tra i nomi spiccano quelli di Silvio Berlusconi, Claudio Lotito, Roberto Calderoli, Umberto Bossi, Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, Chiara Appendino, Piero Fassino e molti altri. Si tratta di vicende diverse, reati di vario tipo, posizioni giudiziarie alcune definite in via definitiva, altre ancora in corso. L’ordinamento europeo fa riferimento all’articolo 9 del Protocollo sui privilegi e le immunità dell’Unione del 2014, il quale recita che per la durata delle sessioni i membri beneficiano, sul territorio nazionale, delle immunità riconosciute ai membri del Parlamento del loro Stato.

Ma l’arresto della Kaili è avvenuto in Belgio, non in Grecia, dove l’immunità vige solo per delitti puniti con pene detentive inferiori ai cinque anni. E dunque si applica la seconda disposizione relativa agli “eurodeputati sul territorio di ogni altro stato membro”, i quali non possono essere detenuti né oggetto di “procedimenti giudiziari”, a meno che non siano colti in “flagranza di delitto”. Questa clausola in Italia non esiste. L’ordinamento italiano, ai sensi dell’art. 68 della Costituzione, prevede l’autorizzazione della Camera, non solo per l’arresto (salvo casi di flagranza), ma anche per le attività investigative come le intercettazioni o le perquisizioni personali e domiciliari, le cui norme potrebbero essere cambiate dalla prossima riforma annunciata dal ministro Guardasigilli Carlo Nordio. Invece le autorità belghe hanno raccolto sufficienti elementi per poter procedere all’arresto senza dover richiedere l’autorizzazione. La chiederanno se e quando decideranno di rinviare a giudizio l’eurodeputata Kaili.

Scritto da: Giornale Radio

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