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A cura di Ferruccio Bovio
Il viaggio di Salvini, il quale sembrava già pronto con la valigia in mano a partire per Mosca, è, per il momento, rinviato o, forse, addirittura cancellato. L’iniziativa di andare in Russia per parlare di guerra e di diplomazia, non ha, infatti, riscosso alcun entusiasmo: né, come è ovvio, da parte del Governo che si è sentito inspiegabilmente scavalcato, né – e qui la cosa si fa un po’ più grave – all’interno della Lega, nella quale si è registrata, al contrario, solamente una serie di fredde prese di distanza rispetto alla spiazzante trovata del suo segretario politico. Meglio, dunque, far finta di niente ed evitare di rilasciare dichiarazioni di alcun genere: il ministro Giorgetti non ne sapeva niente ed all’oscuro di tutto era persino il vice segretario Lorenzo Fontana, sebbene responsabile degli affari esteri per il partito. Ad avere, invece, una conoscenza dettagliata di tutta “l’operazione Mosca” è risultato essere un personaggio del tutto estraneo al mondo leghista: e si tratta dell’ex deputato campano di Forza Italia Antonio Capuano, il quale afferma di essere l’autore di un piano di pace che Salvini intenderebbe sottoporre all’esame del Cremlino. Un piano che in Russia, secondo Capuano, sarebbe già anche stato giudicato meritevole di essere approfondito con la dovuta attenzione.
Possiamo immaginare lo stupore e, probabilmente, anche il nervosismo che devono aver pervaso le stanze di via Bellerio, quando tutti i maggiori esponenti leghisti hanno appreso dai media dell’esistenza di un consulente – completamente sconosciuto ai più – che, dall’oggi al domani, era diventato talmente influente ed autorevole da vedersi affidare, all’insaputa di tutti, addirittura l’incarico di elaborare un piano di pace e di organizzare una missione diplomatica “ad personam” per conto dello stesso Matteo Salvini.
D’altra parte, è più che ipotizzabile che qualcuno ai vertici del partito che fu di Bossi e Maroni possa, in questo momento, non sentirsi affatto tranquillo, visto che già in passato – come insegna la vicenda di Luca Morisi – l’ex ministro degli Interni aveva evidenziato una certa propensione ad invaghirsi delle idee di uno spin doctor rivelatosi poi più un problema, che un vantaggio.
Comunque, a prescindere dai malumori che può aver suscitato nella Lega, Salvini, agendo in questo modo, oltre a creare qualche imbarazzo a Mario Draghi (ma di questo potrebbe anche non importargliene nulla), rischia adesso di mettere pure in discussione l’accreditamento del centrodestra come forza candidata al governo del Paese. E non a caso la presa di distanza di Giorgia Meloni nei suoi riguardi è stata piuttosto netta, mentre quella del coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, si è spinta persino oltre chiedendosi retoricamente, dinanzi alla stampa, cosa mai andasse a fare Salvini a Mosca.
Credits: Agenzia Fotogramma
Written by: Giornale Radio
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