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A cura di Ferruccio Bovio
C’è un miraggio che, proprio in questo Luglio caratterizzato dalla presenza di un opprimente caldo desertico, riappare all’orizzonte: ed è del condono fiscale. Di questo ha, in sostanza, appena parlato il vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, quando ha ipotizzato una sanatoria per i contribuenti in difficoltà con il Fisco per importi fino a trentamila euro. Premesso che il Governo ha chiesto e ottenuto una delega dal Parlamento al fine di definire un disegno organico di riforma del sistema tributario italiano, ci sentiamo di scrivere che, nel momento in cui tale riforma dovesse divenire realtà, il farla accompagnare anche da una nuova iniziativa di pace fiscale potrebbe poi non essere una cosa così fuori luogo. Intendiamo dire che, in fondo, un azzeramento delle pendenze dei contribuenti rimasti fino a quel giorno inadempienti – a fronte, si intende, del pagamento di una percentuale del dovuto – potrebbe realisticamente non stonare neanche troppo…In altre parole, “fisco nuovo, vita nuova”.
Tuttavia, l’ idea che Salvini lancia autonomamente, mentre l’Esecutivo (di cui, comunque, fa parte) è impegnato a ridisegnare la mappa del percorso che conduce ad una più equa ed efficace redistribuzione dei carichi fiscali, ci pare essenzialmente una sua trovata, magari utile sul versante propagandistico, ma in concreto piuttosto sterile.
Il leader della Lega cita “milioni di Italiani ostaggio da troppi anni dell’Agenzia delle Entrate” e distingue tra due categorie fondamentali di evasori fiscali: quelli totali che, a suo avviso, “ possono andare in galera e buttare la chiave” e quelli che, molto più banalmente, non pagano perché – purtroppo per loro – non ce la fanno proprio. Per questi ultimi, si potrebbe, quindi, anche chiudere un occhio, in nome di quella che Salvini definisce una “grande e definitiva pace fiscale”. In pratica, verrebbe offerta, a chi da anni si trascina un debito fino a 30mila euro, l’opportunità di chiuderla lì versando solamente una certa quota dell’importo totale. Un Fisco molto benevolo e comprensivo che, probabilmente, farebbe comodo a molti di noi e che, anzi, speriamo davvero possa informare i rapporti tra lo Stato ed i contribuenti nel prossimo futuro. Guai però a sognare troppo in grande senza aver prima considerato il frapporsi di un ostacolo tutt’altro che agevole: e stiamo parlando dei circa 100 miliardi di euro che, ogni anno, l’evasione fiscale sottrae alla collettività. Sono tutti dovuti ai disonesti furbacchioni che deliberatamente ignorano gli adempimenti tributari che, almeno in teoria, dovrebbero gravare su tutti i cittadini? Oppure, a quella cifra (che vale addirittura il 12% del nostro PIL) contribuiscono anche tante piccole evasioni da poche centinaia o migliaia di euro?
Pertanto, ci troviamo di fronte ad un problema che – come ben si può comprendere – presenta non poche complessità: sia sul piano del rigore finanziario, che su quello della tolleranza verso le debolezze umane e verso le sfortune della vita.
Scritto da: Giornale Radio
today6 Novembre 2024 13315 8
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